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Rifiuti sempre pericolosi in assenza di certificazione che attesti il contrario?

Confartigianato: “Assurdo!”
Michele Giovanardi

Novara - Se non si dimostra con analisi accurate e approfondite che i rifiuti speciali (cioè provenienti da attività economiche) sono innocui, diventano automaticamente pericolosi, quindi devono essere conferiti e trattati negli appositi impianti. Con pesanti riflessi anche sulla gestione della filiera dei rifiuti. E’ il risultato della riforma del sistema di classificazione dei rifiuti, contenuto nella legge Competitività in vigore da alcuni giorni. “Significa che occorre indicare e garantire quali dei 300mila composti chimici, fra innocui e non innocui, si trovano all’interno dei rifiuti. Se non si fa, ecco che subito il rifiuto diventa ‘pericoloso’, con quello che ne segue per il suo trattamento” denuncia Michele Giovanardi (nella foto), presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.

“Non solo si tratta di norme più gravose delle precedenti ma addirittura apparirebbero in contrasto con la nuova normativa europea che entrerà in vigore dal primo giugno” afferma Giovanardi” Ci si trova davanti ad una situazione assurda: norme più restrittive che dalla mezzanotte del 31 maggio non saranno più in vigore perché in contrasto con la normativa europea a venire”.

“Drammatica la situazione delle piccole demolizioni edili, che provocano uno scarto che, sino a ieri, era conferibile in discarica compilando la modulistica prevista e indicando il codice rifiuto corretto: oggi occorre fare analisi approfondite per dimostrare che non sono rifiuti pericolosi, in caso di assenza diventano comunque e automaticamente ‘rifiuti pericolosi’ a prescindere. E solo questa fetta di rifiuti rappresenta il 40% del mercato” afferma Giovanardi.

“Ora si lancia anche l’allarme ambientale, insieme agli evidenti aumenti di costi e burocrazia per le imprese,  temendo che le nuove assurde norme facciano aumentare l’abbandono di rifiuti nell’ambiente” conclude Giovanardi “occorre intervenire subito, reintroducendo le vecchie modalità, in attesa della nuova normativa europea”.