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Sanità al collasso per mancanza di personale?

Troppo pochi infermieri e Oss. La denuncia del Nursing Up: “L’unico modo per recuperare le ore straordinarie accumulate è andare in maternità: assurdo. Ora basta, vanno assunti infermieri a tempo indeterminato. Pronti ad azioni di protesta”

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Simona Di Maso - segretaria aziendale A.O.U. Novara del Nursing Up e Claudio Delli Carri - segretario regionale Nursing Up Piemonte: Carenza di personale al limite del collasso del sistema, turn over inesistente, orari sempre più pesanti e grande difficoltà a coprire turni in caso di ferie o malattia di un collega. La situazione in cui versa l'A.O.U. di Novara, invariata e se possibile peggiorata da anni, è al limite. La ragione è che gli infermieri sono troppo pochi per coprire tutti i turni, soprattutto quando si avvicina il periodo di ferie estive. E se non ci sono infermieri sufficienti, il rischio è il collasso del servizio sanitario. “La Regione ha, fino ad oggi, fatto poco o nulla per ovviare al problema e la Direzione Generale della nostra Azienda, a cui più volte è stata chiesto d’intervenire, ha sempre demandato alla Regione ogni addebito”, spiega Simona Di Maso, segretaria aziendale di Novara del Nursing Up, il Sindacato degli Infermieri italiani, che assieme al Segretario regionale Claudio Delli Carri denuncia una situazione fuori controllo che potrebbe anche sfociare in concrete azioni di protesta. L’unica soluzione è assumere ora e a tempo indeterminato nuovi infermieri. “È come se fossimo in una partita di tennis... – dice Di Maso - peccato che le palline rimbalzanti da un “Capo” all'altro dell'area di gioco siamo noi, infermieri ed O.S.S. Ma ora basta, non ne possiamo più. Siamo pronti a prendere i necessari provvedimenti affinché l'abnorme quantità di ferie accumulate venga smaltito, in un modo o nell’altro. La stessa cosa accade per le ore di straordinario, che stanno diventando un numero esagerato”. “Infermieri ed O.S.S. Sono stanchi... stanchi di avere prospetti dei turni coperti fino a metà mese e poi, dopo, si vive alla giornata - aggiunge ancora Di Maso -. Ma i carichi di lavoro enormi non smaltiti si tramutano in stanchezza e in rischio di burn out. Un infermiere o un operatore stanco, sfibrato, è un infermiere che può avere un rischio più alto di commettere un errore. E chi lo paga alla fine questo circolo vizioso? Il malato, il paziente. È ora di finirla con un ambiente lavorativo, che non gratifica né dal punto di vista economico, né, ed è ancora più grave, mette l'operatore in grado di lavorare in sicurezza. Ma, soprattutto, che spreme ogni risorsa da noi, incessantemente. Il cosiddetto “Benessere Aziendale” qua non esiste. Siamo nella situazione limite in cui io posso dirmi tra le “fortunate” perché, avendo avuto due gravidanze, ho potuto smaltire l'accumulo delle ore di straordinario del passato, che poi sono tornate ad accumularsi! - spiega Di Maso -. Allora tutti gli infermieri devono mettersi in maternità per recuperare gli straordinari compiuti? Ma non scherziamo. E a chi non crede che la situazione sia questa, faccio un esempio molto pratico. Io ad aprile 2016 avevo “solo” 543,46 ore accumulate da recuperare e 130 giorni di ferie ancora da smaltire. Cosa faccio, non vengo a lavorare per sei mesi interi? Una follia”. “La soluzione ovviamente non è questa. Non è neanche affidarsi a “sistemi-tampone” adottati con assunzioni a tempo determinato, perché inserire in turno persone temporaneamente senza codificare in modo armonico il loro ruolo, rischia di creare altro caos a discapito ancora una volta dei malati. Esigiamo, invece, risposte certe che prevedano assunzioni, subito, a tempo indeterminato, integrate da inserimenti ben codificati, sia per la sicurezza dei pazienti che dei colleghi già in azienda. Siamo stanchi di giocare “a tennis”, anche perché, vista l'età anagrafica della maggior parte degli infermieri in turno, potrebbe diventare un po' rischioso il continuo “rimbalzare” da un campo all'altro!”. “L’unica via è avere risposte, oggi, subito dall'assessore alla Sanità e dalla Regione - concludono Di Maso e Delli Carri -. Se anche questo appello rimarrà lettera morta siamo pronti a procedere, sia per tutelare la centralità dei pazienti, che hanno tutto il diritto di avere una sanità di prim’ordine, sia per poter garantire un'Assistenza degna di essere chiamata tale, con ogni strumento necessario. E le risposte cono una sola:devono essere fatte subito nuove assunzioni a tempo indeterminato. Siamo professionisti che amano il proprio lavoro. Andiamo avanti sempre e... nonostante tutto! Non ci arrenderemo. E nel frattempo continueremo a garantire l'Assistenza ai nostri pazienti, perché siamo Infermieri”.