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Che botta la Tares! E i commercianti trecatesi protestano

Trecate - E' bastato l'arrivo negli ultimi giorni, diremmo ore, delle cartelle esattoriali della Tares, per scatenare in città un'autentica onda di protesta. A lamentarsi non tanto i privati cittadini (aumenti sì ma decisamente contenuti rispetto alle altre categorie), quanto e soprattutto le attività commerciali, molte delle quali si vedono recapitare cifre che risultano 3-4 anche 5 volte quanto pagato lo scorso anno dalla ex Tarsu (tassa rifiuti). Giuseppe (gelateria) spiega: "Sino allo scorso anno pagavo per la raccolta e lo smaltimento dei miei rifiuti meno di 600 euro; ora è arrivata la nuova Tares e siamo quasi a quota 1.300! Dico io ma questa è una rapina a mano... disarmata. Se ci avessero avvisato per tempo di questa mazzata avremmo avuto modo di organizzare il nostro lavoro e raccogliere la parte mancante gestendo al meglio la nostra attività. Così facendo da dove troviamo i soldi?".

Gianfranco, pasticcere: "Esattamente il doppio. O forse più! Situazioni simili fanno venire voglia di mollare tutto e di andarsene via. Com'è possibile creare occupazione se poi sappiamo che, oltre a tutte le tasse da pagare, c'è anche una Tares più che raddoppiata?".

Mario, barista: "Siamo nell'ordine dei 5.000 euro, con tutto che noi smaltiamo tutto alla perfezione, dal vetro, alla carta, alla plastica e all'umido. Ma è possibile?".

Ci sono poi esempi di ristoranti che hanno oltrepassato i 12.000 euro, il che vuol dire mille euro al mese: ogni giorno circa 30 euro per lo smaltimento rifiuti... o di circoli che hanno avuto importi per 5-6.000 euro. Emblematico il caso di una pizzeria che dovrà versare quasi 6.000 euro, il doppio rispetto allo scorso anno: "Ma quante pizze devo fare per pagare la tassa rifiuti?".

In altre realtà commerciali vicine a Trecate l'incremento è stato nell'ordine del 10%: un negozio di frutta e verdura 'trecatesissimo' invece... del 530%. Spiegano i titolari: "All'inizio credavamo ad uno scherzo ed invece era tutto vero. Incredibile!". Infine il caso di un professionista: "Per la carità pago 'solo' 250 euro; peccato che ho uno studio di 40 metri quadrati e che smaltisco solo ed esclusivamente un fusto giallo di carta al mese... Non è così che si viene incontro a chi ha attività in proprio".

Già si è formata una lunga fila di persone che ha raggiunto l'Ufficio Tributi per avere chiarimenti; qualcuno ha lamentato anche degli errori nel calcolo della Tares: "Mi hanno conteggiato la cantina, peccato che è inaccessibile per la mia attività perché altrimenti sarebbe fuori-norma". "A me hanno conteggiato la mansarda come se fosse operativa, ma è chiusa da tempo!".

Probabile che a breve venga creato una sorta di comitato locale di commercianti, liberi professionisti ed esercenti, per avere voce in capitolo e chiedere se e come evitare un tale salasso anche negli anni a venire. "E poi perché - dice Gianni - i supermercati pagano in media meno di noi? Non è questa una palese discriminazione?". "Di certo - conclude Franco - si è scelto il periodo sbagliato e quest'anno molti saranno costretti a chiudere perché subissati dalla spazzatura, intesa non come i rifiuti per strada, ma per l'enormità della tassa da pagare...".

Gianmaria Balboni