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Un'opportunità nel polo di San Martino

L'assessore Marco Uboldi

Trecate - Novità e opportunità nel polo petrol-chimico di San Martino di Trecate. Ad annunciarla è l'assessore all'Ambiente Marco Uboldi: "Giornata davvero "formativa" ieri mattina (mercoledì 8): alle ore 10 era convocata una conferenza dei servizi presso l’ufficio Ambiente della Provincia. Titolo dell’incontro: approvazione del progetto di “impianto di stoccaggio, trattamento e recupero di rifiuti pericolosi da realizzare nel comune di Trecate”, presentato da una ditta di San Giuliano Milanese. Presenti al tavolo il Comune di Trecate, ARPA, ASL e la Provincia con i suoi tecnici. Mentre parto da Trecate inizio a pensare a cosa avrei potuto dire al tavolo tecnico, in fin dei conti il titolo della richiesta di autorizzazione è chiaro da subito: ancora rifiuti pericolosi… sarebbe meglio portarli da altre parti? Penso che autorizzare lo stoccaggio e recupero di questi rifiuti a Trecate sarebbe per l’ennesima volta un problema; decido di fare un intervento nel quale avrei detto queste cose e avrei, se possibile, chiesto chiarimenti e specifiche il più possibilmente dettagliate… insomma volevo scoraggiarli. Inizia l’incontro, la ditta è presente con due giovani ingegneri che iniziano ad illustrare il piano aziendale, illustrano i macchinari da installare e spiegano nel dettaglio ogni singola categoria di rifiuto pericoloso e relativo trattamento. Nel corso del loro intervento vengono più volte fermati e interrogati su tutto ciò che dicono, rispondono con calma e in modo molto competente. Le facce dei tecnici ARPA, ASL e Provincia iniziano ad essere soddisfatte, io decido di stare zitto (meno male) e continuo ad ascoltare, la questione si fa davvero interessante. I rifiuti pericolosi sono: computer, monitor, tv lcd, condizionatori, schede elettroniche, estintori e soprattutto pannelli fotovoltaici. L’azienda chiede di poter trattare questi materiali e arrivare a ricavare la materia prima: vogliono smontare manualmente, separare, trattare e rivendere i materiali che compongono questi oggetti (argento, alluminio, rame, vetro e silicio). I due ingegneri hanno poco più di 30 anni e sono chimici laureati al Politecnico di Milano, insieme al loro professore e ai mezzi dell’Università hanno studiato per diversi anni un sistema che possa risolvere lo smaltimento ed il recupero dei pannelli fotovoltaici. Sono prodotti ricchi di vetro, silicio, alluminio e argento. Il loro sistema è unico in Italia, forse in Europa, e prevede l’utilizzo a ciclo chiuso di un prodotto (solvente) di loro invenzione, lo hanno brevettato e sono certi di ottenere ottimi risultati. Spiegano ulteriormente come il discorso del recupero dei pannelli solari sia all’inizio e di essere i primi a porsi il problema e ad aver trovato la soluzione, è l’idea vincente e giusta per fare “impresa” in Italia.Tutto si chiude positivamente, tutti sono convinti, nessun problema ambientale anzi potrebbe diventare un’azienda “virtuosa” e un esempio in Italia e in Europa. Prima dei saluti finali faccio una domanda ai titolari della ditta: “Perché volete fare questo a Trecate?”; risposta: “Il prezzo dell’affitto del capannone e le tasse locali sono nettamente più vantaggiose della Lombardia, siamo a metà tra Piemonte e Lombardia e potenzialmente ci sono molti clienti, siamo vicino a Milano e ci sono ferrovia e autostrada a disposizione… e poi la competenza dei tecnici di ARPA, ASL e Provincia unita alla velocità della risposta (sempre da parte della provincia) ci hanno fatto scegliere di passare oltre il Ticino… per noi è fondamentale avere certezze, non possiamo aspettare la provincia di Milano che ci mette 1 anno solo per aprire la pratica e 2 anni per darci una risposta. A proposito assessore, stiamo cercando di assumere un perito chimico o un laureato in chimica… Quando l’azienda avvierà la produzione poi ci serviranno anche altri dipendenti…" Naturalmente li aiuteremo nella ricerca del personale molto volentieri; per ora li ho indirizzati allo Sportello Lavoro del Comune: troveranno il profilo che cercano. Nel trattamento degli estintori a CO2 - conclude Uboldi - hanno detto che non possono fare altro che svuotarli in atmosfera e che potevano valutare qualche opera di mitigazione ambientale vista la CO2 emessa; io ho proposto loro di farci un bosco o un grande opera di piantumazione, in fin dei conti la CO2 viene trasformata in ossigeno dalle piante. Hanno accettato la mia idea: si farà".