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Caos stipendi alla Città della Salute

Nursing Up: “Non tutti i soldi sono stati accreditati. Oggi abbiamo sospeso l’occupazione ma siamo pronti a intraprendere le vie legali”

Torino - “Nell’incontro di oggi tra i sindacati e l’Azienda Città della Salute è risultato chiaro che non tutti i dipendenti hanno visto accreditare sui loro conti correnti i soldi che avrebbero dovuto essere lì dal 27 scorso. Inoltre, per coloro ai quali i soldi sono arrivati, pare che la valuta sia quella del 30 e non quella del 27. Questa è una situazione di caos del tutto inaccettabile. Responsabilmente però, alla luce delle rassicurazioni diffuse dalla Direzione della Città della Salute che ogni cosa sarà messa a posto entro domani, compresa la valuta con cui verranno accreditati gli stipendi, abbiamo accettato di sospendere l’occupazione della Direzione. Ciò non toglie che la nostra attenzione sarà altissima, non saranno ammessi altri errori o leggerezze e continueremo a tenere sotto stretto controllo quello che accade. Non tollereremo che anche un solo euro di interesse passivo venga fatto pagare ai dipendenti. Siamo pronti ad intraprendere le vie legali per tutelarli”. La ho dichiarato Claudio Delli Carri segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, dopo l’incontro con i vertici dell’Azienda sanitaria Città della Salute sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti. “Abbiamo ricevuto centinaia di telefonate di persone che non hanno avuto i soldi sul conto – ha detto Delli Carri -, famiglie, lavoratori che improvvisamente si trovano con il conto in rosso, con i rid bloccati, senza la possibilità di prelevare dal bancomat. Ma ci rendiamo conto? Si tratta di fatti molto gravi che ledono la dignità dei lavoratori. Abbiamo chiesto un’indagine della Regione su quanto accaduto e attendiamo velocemente i risultati. Ora i soldi devono essere accreditati e tutti con valuta del 27. Non possono essere gli incolpevoli lavoratori a pagare per gli errori o la leggerezza di qualcun altro. E il Csi, o il san Paolo, se hanno colpe in tutta questa vicenda devono assumersi le loro responsabilità”.