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Gusmeroli (sindaco di Arona): Prima il danno, poi la beffa...

Arona - Lettera aperta del sindaco di Arona sull'attuale situazione in cui è costretto ad 'amministrare' tra tagli, spending review e patto di stabilità da non sforare: "Si potrebbe dire: siamo bravi tutti a decidere come stà facendo in queste ore il Governo Monti di pagare i debiti delle pubbliche Amministrazioni locali alle imprese soprattutto quelle edili utilizzando la leva fiscale. Nuove imposte a carico dei cittadini per pagare debiti di Amministrazioni locali che, forse, se si fossero comportate correttamente non avrebbero mai dovuto nemmeno contrarre, oppure debiti vincolati dal Patto di stabilità. Noi stiamo vivendo una delle crisi economiche peggiori che la storia ricordi e la stiamo affrontando ormai da più di un anno, con l’avvento del Governo Monti, solamente con l’aumento della pressione fiscale,  nessun taglio strutturale alla spesa pubblica, nessun tentativo, soprattutto, di rilancio dell’economia, perché se guardiamo al passato dalle crisi si è usciti solamente con il rilancio dell’economia. Quando si parla di rilancio dell’economia, non si pensa alle specificità del nostro paese a quello che negli ultimi quarant’anni ha creato da noi sviluppo ed economia e quello che soprattutto ci differenzia da qualsiasi altro Paese del Mondo. Lasciamo perdere che viviamo in un paese che ha il 50% del patrimonio artistico, culturale, architettonico e archeologico del mondo noi riusciamo a non sfruttarlo in modo adeguato, organizzato e  strutturato. Un patrimonio che non è copiabile, pensiamo a gioielli come Venezia, Firenze ma a quasi tutte le nostre città sino al più piccolo dei paesini che hanno caratteristiche uniche al mondo con potenzialità di sfruttamento turistico, ambientale, culturale e quindi economico che non ha paragoni in nessuna parte del mondo. Parliamo, invece, che da sempre L’Italia ha basato sul “mattone” la sua fortuna e molto della sua economia. La manodopera nell’edilizia è quella più facilmente assorbibile e meno da formare, quindi far  ripartire velocemente l’edilizia privata e quella pubblica comporta conseguentemente ampi spazi di crescita dell’occupazione e/o assorbimento di disoccupazione, oltretutto in un campo in cui non abbiamo nemmeno la concorrenza dei paesi a costo ridotto della manodopera, in sostanza non si possono costruire le case italianeo le nostre opere pubbliche in Cina! Su come far ripartire l’edilizia privata la proposta è quella di una “legge sulla rottamazione delle case”, un po’ come è stato fatto anni fa per la Fiat per “salvare” il settore dell’auto. Penso ad interi  quartieri da abbattere e ricostruire in tutte le città. Naturalmente bisogna mettere assieme, lo Stato che potrebbe dare un credito d’imposta, agli attuali proprietari,da “incassare” o scontare in un periodo trentennale e contemporaneamente le Banche e/o la Cassa depositi e prestiti che  potrebbero erogare mutui alle famiglie, rimborsabili proprio  con il credito d’imposta per “la rottamazione”.Il risultatopotrebbe essere che interi quartieri di periferia, brutti, fatiscenti ormai invendibili dai proprietari verrebbero riqualificati, con piccole, medie e anche grandi imprese edili che tornerebbero a lavorare e così tutto l’indotto, riqualificando intere aree, senza consumo di nuovo territorio, moltissima nuova manodopera potrebbelavorare ad un progetto di ricostruzione di un paese intero dal punto di vista della funzionalità edilizia, con immobili a risparmio energetico, con forme di riscaldamento green e immobili ecosostenibili. Allo stesso modo “rottamando interi quartieri si potrebbero prevedere piste ciclabili, servizi di vicinato e tutti quei servizi necessari e utili ai nuclei abitativi. L’edilizia pubblica, invece, potrebbe essere fatta ripartire dando la possibilità agli Enti locali (Comuni, Province, ….) di realizzare Opere pubbliche con soldi propri, senza nuovo indebitamento. Sono moltissimi i Comuni virtuosi, come il mio (Arona),  in una situazione di forti avanzi di amministrazione e notevoli disponibilità in Tesoreria, senza alcun debito con le imprese, che non possono usare la propria liquidità per i vincoli del patto di stabilità e che potrebbero con poco muovere il lavoro connesso alle opere pubbliche, con grandissimi benefici per le piccole e medie imprese edili che stanno soffrendo e soffocando. Oltretutto le opere pubbliche locali sono le più veloci da far ripartire e soprattutto comportano un immediato e indiretto miglioramento del Bilancio dello Stato anche solo per la maggior IVA che lo Stato incasserebbe. Iva che per il Comune è un Costo e per lo Stato appunto un ricavo. Un altro importantissimo intervento bisognerebbe farlo sul fronte del  recupero della liquidità del sistema, perché le imprese e le famiglie stanno soffrendo di mancanza di liquidità, le banche non fanno prestiti, finanziamenti o mutui, ormai non erogano più nulla. Bisognerebbe prevedere un meccanismo di legge per cui a fronte di una certa raccolta delle banche  dai risparmiatori gli Istituti bancari debbano obbligatoriamente destinarne una quota percentuale al sistema di finanziamento delle imprese e una quota ai mutui alle famiglie. Esattamente come si fa per obbligare  le Banche a determinati indici di patrimonializzazione (tier), bisogna lasciare, per legge,  solo una quota della raccolta dai risparmiatori alla libertà per le Banche di utilizzo per investimenti finanziari e/o speculativi. In modo che le Banche tornino a fare le Banche  invece che le Banche di speculazione. Per decidere interventi di rilancio forte come questi, non ci vuole gente che pensi che basta aumentare le tasse per recuperare risorse, per rilanciare l’economia del nostro paese ci vuole gente libera dalle banche e da ogni laccio e soprattutto gente molto coraggiosa che pensi da subito che il rilancio dell’economia passa attraverso la spinta alle specificità uniche del nostro paese, far crescere un paese rinnovandolo ma per questo ci vuole appunto coraggio".