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DC: NOVARA, CITTA’ DEGRADATA E MALINCONICA

Luigi Torriani, segretario provinciale della D.C.

Novara - “I dubbi manifestati in campagna elettorale sono diventati una certezza”. Lo dice Luigi Torriani, segretario provinciale della Democrazia Cristiana novarese, di nuovo all’attacco contro l’amministrazione comunale del capoluogo. “Ballaré e compagni – aggiunge - non ha fatto altro che attuare le solite politiche tanto care ai governi di sinistra, ovvero aumentare le tasse e spendere i soldi dei contribuenti in iniziative culturali perfettamente inutili in tempi di crisi”. Non ha mezzi termini Luigi Torriani, che nella sede del partito in corso Cavallotti continua a ricevere le lamentele dei cittadini novaresi. “La cosa peggiore è che finché chi è al governo sta bene e gode della rendita politica, non si rende conto dei problemi quotidiani della gente. Da noi vengono i cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese, ma anche persone semplicemente stanche della miopia con la quale si amministra la città”. Torriani critica per esempio le iniziative organizzate durante l’estate.“Novara è una città morta e cosa si fa? Ci si inventa una pizzata in piazza oppure un notturno di quartiere con quattro bancarelle in croce che scontentano tutti, ambulanti e residenti. La verità è che manca una seria capacità progettuale, si preferisce dare la colpa alla crisi”.

Su questo punto, la DC alza il tiro. “Non è possibile che ci si lamenti della mancanza di fondi quando si aumentano tasse e imposte, come è avvenuto in questi mesi – dice ancora Torriani -Ballaré sta tirando la corda sulla pelle dei novaresi. Basti pensare che è aumentata addirittura la tassa rifiuti, nonostante i risultati più che positivi della raccolta differenziata, che a Novara porta guadagni e non certamente spese. Se i soldi raccolti con le tasse servissero a rendere più bella la città saremmo tutti contenti, invece la Novara d’estate è triste e desolata, con le strade colabrodo e i marciapiedi rotti. È la foto di una Novara che non piace e che forse, nonostante la crisi, ha ancora qualcosa da imparare dagli altri capoluoghi rossi come Torino, Milano, Firenze e Bologna, per citare i più grandi e soprattutto i più difficili da amministrare”.