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On. Galli (Fli): Quadrante, sfuma il sogno di Sozzani di annettere come colonie Vercelli e Biella

L'on. Daniele Galli (Fli)

Novara - Ci scrive l'on. Daniele Galli (deputato di Fli): "Ora che - come sogno al mattino, al risveglio dissolto -  la Grande Novara del Quadrante è definitivamente archiviata come un desiderio irrisolto del Presidente Sozzani, si può tentare serenamente di capire perché il progetto di grandeur presidenziale è stato cassato da Regione e  Governo, nonostante lo strenuo appoggio della spalla parlamentare Nastri. Come prima considerazione va detto che il Governo, a differenza dei nostri, ha in questo caso seguito la Costituzione, la quale indica chiaramente come il parere della Regione sia prevalente rispetto a quello di qualunque presidente di provincia assetato di gloria, e che è possibile sentire il parere delle popolazioni – non delle associazioni – in merito al proprio destino. Una strada, quest’ultima, che è stata seguita, con più lungimiranza, da Vercelli e Biella, che, seppur attraverso i Sindaci, hanno espresso un parere “di secondo grado”. La seconda considerazione è che probabilmente l’idea del Grande Quadrante è stata spiegata male, nei teatri sbagliati, senza coinvolgere direttamente i cittadini  ma solo i vertici datoriali, e ha fatto più paura di finire sperduti in un super ente che acceso speranze. Terza considerazione è doverosamente di carattere politico: il duetto presidente/deputato non è tenuto in molta considerazione all’interno del proprio partito, tanto che proprio dal PDL in Regione è arrivata la coltellata al progetto. Quarta: i progetti politici e amministrativi dovrebbero essere  ben congegnati, supportati dalla concreta volontà di attingere da tutte le componenti coinvolte un apporto costitutivo, e finalizzati a una reale compartecipazione nel rispetto delle diverse valenze; nel caso abbiamo assistito invece a un tentativo di annessione quanto mai maldestro e fortemente condizionato dalla volontà egemonica del presidente novarese. Per digerire meglio il niet governativo il presidente si accinge a partire, lancia in resta, per aggregarsi alla Lombardia, adesso più affine spiritualmente, più ciellina, più comprensiva. Da un vassallaggio all’altro, mai un’idea che esca dal consueto e dall’ovvio. Temo che se il percorso sarà nello stile di quello per il quadrante, - viaggi, trasferte, incontri, meeting, dimenticando le regole obbligate –  la provincia di Novara diventerà come la bella Rosina, che tuti la voran e nisun la pija. A meno che, nel breve tempo che ci separa da elezioni di vario grado, il presidente ormai per poco tempore sappia trasformarsi in novello Adenauer, diventando improvvisamente credibile".