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Ordine Medici e dg dell'Aou Maggiore della Carità sul corteo No Green Pass

Interventi di Federico D'Andrea e Gianfranco Zulian
Gianfranco Zulian

Novara - Anche l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Novara interviene dopo la manifestazione di sabato a Novara di un gruppo di “no Green pass” che ha accomunato l’attuale normativa alla dittatura nazista, con un evidente richiamo ai campi di sterminio. "Non intendo entrare nel merito di una vicenda vergognosa che è già stata commentata un po’ da tutti, istituzioni e partiti politici e che ha gettato discredito sull’intera città – afferma il presidente dell’Ordine, il dott. Federico D’Andrea – ma vorrei cogliere l’occasione per riaffermare che il cosiddetto “green pass” è un provvedimento di buon senso e che ha permesso che si possano svolgere le più svariate attività economiche. Lungi da essere una misura liberticida, è una norma che va a tutela di tutti i cittadini. L’Ordine di Novara – conclude il presidente – ha partecipato attivamente nel mese di ottobre alla campagna “Il vaccino ci salva la vita. Vacciniamoci contro il Covid-19” lanciata dalla Federazione nazionale degli Ordini: non ci stancheremo mai abbastanza di ricordare come la vaccinazione sia una conquista della scienza al servizio dell’umanità e che il vaccino contro il Covid-19 ci permette di tutelare la vita e la salute di tutti e di uscire finalmente dall’incubo pandemico".

Il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, il dott. Gianfranco Zulian, interviene dopo la manifestazione di sabato a Novara di un gruppo di “no Green pass” (travestiti da internati nei campi di sterminio nazisti) guidato da una dipendente dell’ospedale, Giusy Pace. "Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare – afferma il dott. Zulian – non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul “green pass” ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico. Nel comportamento della nostra dipendente, tra l’altro stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento – conclude il dott. Zulian – rileviamo un grave danno d’immagine nei confronti dell’Aou. Valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare".