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CGIL ALL'ATTACCO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE GALLIATESE

Galliate - "Il quadro complessivo delle scelte compiute dall’Amministrazione comunale di Galliate - si legge in un comunicato della Cgil novarese - in merito alle politiche sociali e ai servizi alle persone porta questa Organizzazione Sindacale a livello Confederale ad esprimere una decisa contrarietà. Solo nell’ultimo periodo e a titolo esemplificativo, alcune decisioni della Giunta ci sembrano decisamente discutibili: il Comune di Galliate nel mese di Agosto decide di disdire l’adesione ad Avviso Pubblico: la rete degli enti locali per la formazione civile contro le mafie. Riportiamo i commenti del referente di Libera Novara : “La scelta del Comune di Galliate di non aderire più ad Avviso Pubblico è legittima e va rispettata. Tuttavia, questo non esime dall’evidenziare come le motivazioni addotte dal Sindaco Ferrari non risultino convincenti. Colpisce che il Comune compia questa scelta in un momento storico in cui, come testimoniano recenti inchieste giudiziarie, la ‘ndrangheta calabrese e altre organizzazioni mafiose abbiano accentuato la loro insidiosa capacità pervasiva sia nel tessuto economico- finanziario che in quello sociale, politico e amministrativo, sia piemontese che lombardo”. Il 7 novembre viene concluso il progetto del centro di aggregazione l’Isola dei Desideri (che esisteva dal 1982) per riconvertirlo in un’attività di doposcuola. I genitori dei bambini che partecipavano al progetto esprimono in diverse occasioni tutto il loro dissenso nel merito e sul metodo della scelta. Il 18 novembre la Giunta revoca l’adesione del comune al Coordinamento Nazionale per la Pace dopo essere uscito nel 2009 dal coordinamento provinciale di cui era capofila. Con la Delibera del 2 novembre la Giunta prevede lo spostamento di alcune figure professionali programmate nell’arco dell’anno che coinvolgono anche personale educativo dell’asilo Nido comunale. In merito una cinquantina di genitori di bambini che frequentano l’asilo nido chiedono all’Amministrazione di rinunciare al progetto in atto. Così i genitori: “Abbiamo provato a capire la logica delle vostre decisioni anche leggendo la delibera di Giunta comunale ma abbiamo purtroppo notato l’assoluta mancanza di motivazioni che spiegassero i cambiamenti. Ciò non può che accrescere il nostro timore che abbiate deciso senza tenere conto delle necessità specifiche di un asilo nido…”. Senza entrare nel merito di ciascuna decisione, riportate a titolo esemplificativo, riteniamo che nel quadro complessivo l’Amministrazione comunale si stia muovendo senza una chiara strategia, ma solo con la convinzione di rappresentare la propria efficienza. La cifra di questo apparente decisionismo si traduce nella pervicace ostinazione di non ascoltare le voci di dissenso e di svuotare di significato le sedi di confronto preposte per la mediazione. Le politiche rivolte alle persone si reggono dentro un sistema di equilibri molto delicato in cui spesso il mantenimento solo formale di alcune prerogative dei servizi corrisponde di fatto alla privazione dell’esercizio di un diritto da parte del beneficiario del servizio. Ad esempio il mantenimento della continuità della relazione educativa tra un’educatrice e un bambino non è una questione derubricabile nell’ambito della difesa corporativa di una categoria ma è il presupposto per conservare la qualità di quel servizio. Anche la scelta di revocare l’adesione alle reti nazionali della pace e dell’antimafia, che dal punto di vista economico ha una valenza esclusivamente simbolica, assume un deciso e preoccupante carattere di natura politica. Non possiamo condividere la logica dell’Amministrazione di relegare la questione della legalità a problemi di ordine pubblico e le politiche sociali a mero soddisfacimento formale dei bisogni".