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Consulta Immigrati dimissionaria: la risposta al Sindaco

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dalle componenti dimissionarie della Consulta degli Immigrati: "Con queste nostre parole, e senza spirito polemico, desideriamo specificare meglio al signor sindaco Federico Binatti, alla signora Rosa Criscuolo, assessore all’Urp e allo Sportelli immigrati e anche a tutti i cittadini e le cittadine di Trecate, la posizione che ci ha portato alle dimissioni dalla Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri. Infatti, come donne e cittadine italiane siamo rimaste molto offese, deluse e amareggiate dalla risposta del sindaco e della signora assessore. Fin da subito abbiamo aderito alla Consulta con spirito di collaborazione a favore della città di Trecate nella quale viviamo con le nostre famiglie e i nostri figli. Siamo impegnate e volere l’integrazione, e vogliamo farla concretamente. Non abbiamo mai pensato di ricevere “privilegi”, non li abbiamo chiesti o cercati. Abbiamo dato alla Consulta il nostro contributo di tempo e impegno in maniera del tutto volontario, per facilitare le persone delle nostre comunità di origine che vivono a Trecate. Semplicemente, quando si parlava di un progetto per facilitare ai cittadini stranieri il disbrigo di vari servizi amministrativi, difficili per la barriera linguistica, abbiamo fatto presente che troviamo “irrispettoso” e fuori luogo chiedere a noi in quanto componenti della Consulta, di svolgere a titolo volontario e al di fuori dalla Consulta stessa, una prestazione professionale così delicata e con responsabilità, come quella di cui si stava discutendo. In precedenza, tale attività era svolta tramite una cooperativa. Infine, siamo consapevoli che, come dice l’articolo 89 del Regolamento, “le Consulte sono convocate dal Presidente del Consiglio comunale”, signor Giorgio Ingold, che dunque riveste un ruolo di rappresentante della istituzione. Proprio per questo, ci ha sorpreso negativamente una immagine postata sui social dallo stesso presidente Ingold che noi troviamo piena di luoghi comuni e discriminatoria verso la persona straniera che arriva in Italia. E quindi, del tutto in contrasto con lo spirito che invece dovrebbe animare una Consulta che si prefigge come obiettivo l’integrazione dei cittadini stranieri".