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Ferrara (Pd): Cota inciampa sui buchi di Romentino

La Regione approva una nuova cava di prestito da un milione di metri cubi

Romentino - «Ancora un buco nel Novarese, l'ennesimo. Un altro sfregio al nostro territorio». La senatrice Elena Ferrara commenta così la notizia del via libera da parte della Regione Piemonte alla cava di prestito che sarà realizzata a Romentino, in località Bettole. Un imponente sbancamento, un milione di metri cubi di sabbia e ghiaia profondo fino a nove metri, che avrà una durata di cinque anni per fornire materiali necessari per l'ampliamento dell'Autostrada Torino-Milano. Un'attività, peraltro, destinata a proseguire con il successivo riempimento. «Ancora una volta - precisa Ferrara - il territorio paga scelte politico-amministrative difficilmente condivisibili: non basta l'adozione di un Piano Cave per risolvere i problemi. Serve un indirizzo preciso e condiviso da parte di tutti i soggetti territoriali, Comuni, Provincia e Regione, affinché gli strumenti di programmazione possano assolvere la funzione di tutela dell'ambiente». In particolare l'autorizzazione da parte della Regione evidenzia una linea in controtendenza rispetto alle esigenze espresse dal territorio. «Amministratori e cittadini hanno evidenziato a più riprese la necessità di ridurre l'incidenza delle attività estrattive, in particolare nell'Ovest Ticino», spiega la senatrice Ferrara richiamando l'attenzione del Governatore del Piemonte. «Mi meraviglio che il galliatese Roberto Cota non dimostri alcuna sensibilità rispetto a questa tematica», rimarca Ferrara. «Per questo - aggiunge la senatrice - credo sia il caso di fare il punto sulla revisione della normativa che interessa le attività estrattive in corso in Regione con i colleghi senatori piemontesi». Un impegno rinnovato anche presso il Governo e le Commissioni competenti: «In aula torneremo presto sul collegato ambiente, l'agenda verde del Governo. In quella sede  - conclude Elena Ferrara - mi adopererò affinché attenzione venga rivolta al settore dell'attività estrattiva: gli operatori non vanno colpevolizzati, ma serve una norma stringente che non lasci spazio ad interpretazioni e, soprattutto, tuteli quelle aree che vivono l'attività di scavo e riempimento come un problema urgente e, a questo punto, non più rinviabile».