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Festa della Repubblica: le puntualizzazioni di Marchi e il discorso di Ruggerone

Il sindaco di Trecate, Enrico Ruggerone

Trecate - "In merito alle celebrazioni ufficiali del 2 giugno - ci scrive il vice sindaco Antonella Marchi - l’Amministrazione di Trecate puntualizza quanto segue: per l’evento non è stata prevista alcuna spesa in quanto tutto è stato approntato nell’ambito delle specifiche competenze dell’Ufficio Cultura del Comune ed anche lo spettacolo bandistico seguito al discorso del Sindaco rientra nella Convenzione Biennale, stipulata dalla dottoressa Vilasi, Commissario Straordinario, con la Banda Città di Trecate. Tutto si è svolto quindi all’insegna della massima sobrietà e con un commosso ricordo delle vittime del terremoto e della triste vicenda di Brindisi (come si evince dal discorso del primo cittadino che inviamo in allegato) e che l’Amministrazione si sta attivando per inviare in Emilia tangibili segni della nostra solidarietà".

Questo invece il discorso pronunciato sempre il 2 giugno dal sindaco Enrico Ruggerone: "Cittadine e cittadini trecatesi, la Festa della Repubblica che ci unisce oggi è una celebrazione molto triste, in cui piangiamo le vittime del terremoto che ha colpito le province dell’Emilia Romagna. La nostra Costituzione afferma con forza che l’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro e fa ancora più male constatare che la maggior parte delle vittime siano lavoratori. Questo fatto, insieme alla tragedia di Brindisi,  mina in profondità le nostre certezze perché sono stati violati luoghi considerati sacri da ogni famiglia, come il posto dove si lavora e le scuole. Mi sento di esprimere vicinanza, a nome della Città di Trecate, a tutti coloro che stanno soffrendo, vivendo situazioni di profonda crisi; a chi è stato colpito negli affetti più cari, a chi ha perso casa e lavoro. Raccogliendo dunque l’invito del Presidente della Repubblica, vogliamo dedicare questa celebrazione alle popolazioni colpite dal sisma per far sentir loro tutto il nostro affetto, la nostra amicizia e la nostra solidarietà.                                                          La Repubblica, che oggi compie 66 anni, si stringe intorno a loro più che mai unita e vitale, traendo forza ed esempio dalla reazione dimostrata dagli studenti di Brindisi e di tutta Italia e dalla determinazione della comunità emiliana a ripartire immediatamente. Ripartire, rifondarsi, ricostruire, dovrebbe diventare un motto per chi fa politica e governa in un momento davvero difficile per le istituzioni tutte, in una fase di grave difficoltà economica che sta provocando un profondo disagio sociale. Pochi giorni fa abbiamo commemorato un altro tragico anniversario, ossia la strage di Capaci e il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, tra pochi giorni ricorderemo il ventennale anche della strage di via D’Amelio dove trovarono la morte il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, 57 giorni dopo Capaci. Anche allora, l’Italia seppe reagire, così come aveva fatto nella stagione delle stragi e del terrorismo, così come avvenne durante la guerra di Liberazione dagli invasori nazifascisti. Oggi come allora dobbiamo essere più che mai uniti, perché solo uniti potremo vincere tutte le sfide che ci troviamo davanti: l’emergenza lavoro, la recessione, la ripresa economica, la lotta all’evasione e alla criminalità, gli scenari internazionali. Il 2 Giugno 1946 gli Italiani scelsero la Repubblica come nuova forma istituzionale dello Stato, ma non rinunciarono a quell’Unità nazionale che era stata faticosamente raggiunta 85 anni prima, nel 1861. I Padri Costituenti, nel redigere la Carta Costituzionale, ribadirono anzi che l’Italia è “una e indivisibile”. Questa affermazione dell’unità nazionale deve essere costantemente richiamata alla nostra mente: solo così potremo di nuovo affrontare il futuro a testa alta".