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Galliate: lettera aperta del sindaco Ferrari alla commissione cimiteriale

Il sindaco Davide Ferrari

Galliate - "Vorrei esprimere - scrive il sindaco Davide Ferrari - a nome della Giunta, le mie scuse a Rino, Leo e Vincenzo, membri della  commissione cimiteriale,  per quanto accaduto durante la festivita dei defunti. E’ ben noto e molto apprezzato il lavoro che quotidianamente svolgete, la precisione e l’orgoglio con la quale ogni anno mi illustrate i vostri progetti e le vostre iniziative. Da parte mia ho sempre cercato di stimolarvi e di darvi idee al fine di restituire alla cittadinanza un luogo ordinato e pulito,  proprio in un periodo in cui abbiamo cambiato la gestione del Cimitero e ci apprestiamo a realizzare il nuovo lotto. Ci siamo sempre confrontati per tamponare i problemi dell’accattonaggio, abbiamo cercato di difendere le tombe dai furti, abbiamo affrontato con alterne fortune il problema dei piccioni, sono state installate le cassette per le offerte per ristrutturare la Chiesa: tutti segni di una estrema attenzione al territorio, attenzione che per me è anche una bandiera oltre che un motivo di orgoglio. So con quanta trepidazione attendete questa festività per dimostrare a tutti il risultato del vostro impegno. Purtroppo qualcosa è andato storto. Io stesso e la giunta, non eravamo stati informati della richiesta di un’associazione per la raccolta di fondi. Quella richiesta è stata trattata dall’ufficio come una delle tante; tuttavia non mi sento di responsabilizzare gli uffici per questo errore. Il personale ha infatti agito in buona fede e in assenza di nostre indicazioni, e nel rispetto del vigente regolamento, ha rilasciato l’autorizzazione. Resta l’occasione perduta, ma resta anche la promessa che in futuro vigileremo meglio su queste cose. A Vincenzo, Cecio, che si è dimesso per l’'arrabbiatura' (come dargli torto) chiedo di ritirare le proprie dimissioni. L’attenzione dell’Amministrazione comunale nei confronti del vostro operato rimane immutata, e questo episodio non può far altro che aumentarla. Parola mia".