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Lettera aperta ai galliatesi di Cosimo Bifano

Cosimo Bifano

Galliate - Cosimo Bifano, presidente del Comitato permanente di solidarietà internazionale e "cittadino con il cuore sanguinante di questa nostra bella città di Galliate" ha scritto una lettera aperta indirizzata al sindaco, al presidente del Consiglio comunale di Galliate, al parroco, al Consiglio pastorale e al Centro d’ascolto-Caritas. "Ho letto con molta attenzione - spiega - la lettera aperta alla comunità cristiana di Galliate del Consiglio Pastorale e del Centro d’ascolto della Caritas. Quest’ultima m’ha  riportato indietro a marzo del 2011 quando mi permisi di segnalare, come presidente del Comitato Permanente di Solidarietà internazionale,la grave situazione sociale della nostra città. Da allora la situazione è peggiorata e con l’inizio della stagione fredda, certamente, non migliorerà. Condivido la lettera del Consiglio pastorale e della Caritas. Capisco anche la funzione morale e cristiana della lettera dando anche dei suggerimenti chiamati “passa parola”  e fare rete uscendo dal proprio orticello impegnandoci a costruire insieme. Buona  sollecitazione alle coscienze ma restano sempre sollecitazioni. Ho letto, ascoltato, più volte, da chi ha responsabilità politiche e amministrative che la rete tra Comune, Parrocchia, Cisa esiste già ma nonostante  ciò, evidentemente, è insufficiente rispetto al bisogno. La lettera che inviai a tutti le forze sociali e politiche della nostra città ebbe, a onor del vero, un sussulto di partecipazione ma senza alcuna proposizione diretta, mentre, consenso e riflessioni, vengono da cittadini consapevoli della gravità della situazione. Certo che, l’appello lanciato dall’organo ecclesiastico non può passare inosservato e senza alcuna proposizione concreta da parte della comunità non solo cristiana. I problemi concreti di chi non cè la fa non sono solo delle famiglie cristiane ma di tanti cittadini galliatesi. Bisogna condividere, affrontare la grave situazione tutti insieme responsabilmente proponendo ed attuando progetti concreti. Non basta più  rincorrere l’emergenze o creare aiuti temporanei,bisogna strutturare il bisogno. Chi ha la responsabilità e può decidere deve progettare e non piangersi addosso annoiandoci con, non abbiamo i soldi! Vanno individuate le scelte e le priorità che esistono e non lasciano lucidità nel momento estremo del bisogno. L’emergenza non lascia tempo e lucidità. Quando c’è bisogna affrontarla e me ne rendo conto ma spesso, per la fretta, non si pianifica,non si condivide e la scelta,seppur meritevole, risolve l’imminente bisogno e basta. Credo che, la comunità e soprattutto gli amministratori ,consiglio comunale compreso, rispetto alle responsabilità di ognuno non possono più aspettare nella costruzione di un percorso condiviso e strutturato.Per non essere considerato un demagogo, faccio anche delle proposte che riprendono e ampliano sia la mia lettera di marzo che quella del Consiglio pastorale. Perché non creare un osservatorio permanente sulla situazione sociale  composto da tutti i cittadini che intendono impegnarsi, le forze politico sociali, Parrocchia, Cisa, etc? Perché non pensare a un accordo con i rappresentanti dei proprietari di case e creare un fondo di garanzia che li garantisca rispetto ai mancati affitti chiedendo loro di calmierare gli affitti stessi? Adesso si interviene pagando, di fatto, gli affitti a chi non può pagare senza nessuna contropartita e senza nessuna garanzia per il proprietario. Perché non cerchiamo di diminuire l’Ici sulla seconda casa con la clausola di affittare gli immobili sfitti a chi ne ha bisogno? Sono solo alcuni esempi di quello che si potrebbe fare. Intanto chi perde il lavoro è disperato, chi ha lo sfratto è disperato, chi non può pagarsi le visite mediche è disperato. Tutte queste persone fanno parte della nostra comunità. Si assiste, intanto, nei Consigli comunali alla disperazione degli amministratori che tagliano per dare a chi ne ha bisogno, senza un disegno strutturato di come affrontare il problema. Nell’ultimo Consiglio comunale i nostri rappresentanti, doverosamente, hanno affrontato due argomenti di pochi euro in due ore di discussione. A parer mio  sembrano irrilevanti rispetto ai problemi sociali della città. Da cittadino ho ascoltato che abbiamo perso circa 470 mila euro annui dal passaggio, sul nostro territorio , della rete EnelGas,  fino al 2020. Mi chiedo quanti cittadini e quante famiglie avremmo potuto aiutare con questi soldi. Nessuna polemica. So benissimo che l’impegno degli amministratori è massimo e lo rispetto. Essendo presidente del Comitato di Solidarietà e cittadino invito, calorosamente, chi ha la responsabilità amministrativa, Consiglio comunale compreso, a sedersi attorno ad un tavolo e cercare con un progetto strutturato e condiviso una soluzione. Tutto  questo bisogna farlo, prestissimo, altrimenti potremo solo confessarci cristianamente e farci assolvere dalle nostre colpe. Noi ci siamo. Aspettiamo anche Voi per condividere le nostre preoccupazioni".