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L'ex cava Cav To-Mi di San Martino di Trecate: 2° atto della "battaglia legale"?

Una cava (immagine di repertorio)

Trecate - Cerchiamo di fare un po' d'ordine sulla questione ex cava Cav To-Mi di San Martino di Trecate. Di proprietà di una nota e possidente famiglia con sede nella medesima frazione, agli inizi degli anni 2000 su autorizzazione dell'allora Giunta Almasio (e dopo gli ok necessari da parte di Regione e Provincia) fu utilizzata per la realizzazione della linea ferroviaria veloce nella tratta Torino-Milano. "In cambio" alla comunità trecatese vennero dati fondi per la realizzazione delle rotonde che attualmente sono presenti lungo la Sr 11 sul territorio locale, e per la costruzione di una scuola materna statale (la "Collodi" in via Giovanni Paolo II). Una volta terminato di scavare si cominciò a pensare come riempire quel 'cratere' visibile ad occhio nudo a nord di San Martino. La società Mauletta srl propose di riempirlo con materiale inerte proveniente dal Milanese, in particolare da quei lavori per la realizzazione dei cantieri per Expo 2015. Il progetto, non senza una dialettica interna, venne approvato dall'Amministrazione Zanotti Fragonara. Una volta caduto e sfiduciato, il commissario prefettizio, dott.ssa Giovanna Vilasi (oggi prefetto di Monza-Brianza), non trovò nulla da obiettare ai progetti e a quest'opera, che avrebbe portato benefici di carattere anche ambientale: verde pubblico, piantumazioni e assoluta certezza che all'interno vi fossero posizionati solo materiali inerti e non di altro tipo.

Un comitato spontaneo, composto da diversi componenti dell'attuale Amministrazione comunale, tra i quali il sindaco Enrico Ruggerone e la vice sindaco Antonella Marchi, protestò vivacemente contro questa decisione del commissario: "E' un atto politico che va oltre l'ordinaria amministrazione cui si chiede ad un commissario prefettizio - obiettarono un paio di anni fa - per cui non crediamo sia giusto che l'autorizzazione debba partire ora; meglio che se ne occupi la futura Giunta e maggioranza".

E così fu. Il comitato l'ebbe vinta, gli inerti a San Martino non arrivarono, ma la Mauletta srl fece ricorso contro questa decisione ed è dei giorni nostri la notizia che gli è stata data ragione.

Che cosa comporta questo fatto? Una spiegazione arriva dall'Amministrazione Ruggerone, che in una nota stampa afferma: "Facciamo seguito alle notizie pubblicate in relazione alla realizzazione di discariche in agro al Comune di Trecate, per precisare che il Comune si è costituito in giudizio nell’unico procedimento di cui ha avuto notizia attraverso la notificazione del ricorso. È interesse precipuo del Comune di Trecate tutelare interessi e diritti dei propri cittadini oltreché agire con coerenza rispetto ai programmi elettorali ed alle scelte politico amministrative operate e da operarsi in ossequio agli stessi. Mauletta s.r.l. ha notificato al Comune un ricorso giurisdizionale ed il Comune ha deciso di costituirsi nel procedimento, sostenendo le ragioni e le motivazioni addotte a sostegno del provvedimento di diniego oggetto di impugnazione. Se esistono altri procedimenti di natura giurisdizionale essi, non hanno mai visto quale parte contro interessata il Comune di Trecate che, pertanto, non ha potuto costituirsi ed intervenire negli stessi. Ciò posto e chiarito, appare necessario far chiarezza in relazione alla pronuncia resa nel procedimento in cui il Comune di Trecate è stato parte. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ha ritenuto illegittimo il provvedimento impugnato, peraltro non proveniente dall’Amministrazione di Trecate, e, pertanto lo ha annullato. Ciò non comporta, alla luce della sentenza di cui si discute, alcun automatismo nel rilascio di provvedimenti autorizzativi all’esercizio delle attività richieste dal momento che è lo stesso TAR ad indicare la necessità di sottoporre a verifica di impatto ambientale il progetto. Rendere un’informazione compita e corretta riteniamo rientri nei doveri propri di una Amministrazione nei confronti e dei propri amministrati e della collettività intera".

Di sicuro la partita non è chiusa e la proprietà, da una parte, e l'Amministrazione comunale, dall'altra, non sembrano intenzionati a fermarsi al primo step di quella che si annuncia una lunga ed estenuante 'battaglia legale'.

Gianmaria Balboni