Share |

Riutilizzare gli avanzi della mensa scolastica: il sindaco Ferrari risponde alla proposta del Pd

Il sindaco di Galliate, Davide Ferrari

Galliate - "Ho approfondito con i responsabili della ditta Pellegrini, che gestisce la mensa scolastica, la possibilità di distribuire le eccedenze dei pasti a persone bisognose". Lo spiega in una lunga lettera aperta del sindaco di Galliate, Davide Ferrari, in risposta alla proposta avanzata dal circolo locale del Pd, che in Consiglio siede all'opposizione.

"La validità dell'idea meritava un approfondimento anche di natura tecnica sulla sua fattibilità. Il primo problema che abbiamo affrontato è stato la quantità dei pasti che mediamente potrebbero avanzare quotidianamente: questo dato è importante per assicurare una continuità e una "linearità" del servizio. Dalle statistiche in possesso della Pellegrini emerge una varianza discreta in funzione dei menu e dei gusti dei bimbi. In altre parole, quando ci sono pasta al sugo e cotoletta, in molto fanno il bis e l'avanzo tiene ad azzerarsi. Quando ci sono pesce o riso, tende ad esserci un avanzo maggiore. Diciamo che per semplicità su 580 pasti, potrebbe esserci un avanzo di 10 pasto al giorno, cioè meno del 2% del totale. Il secondo problema riguarda il posto dove "dispensare" i pasti. Ci sono tre soluzioni: 1) trasportare i pasti in un luogo dove possano essere consumati dalle persone bisognose in loco; 2) porzionare i pasti in modo che possano essere consegnati da volontari a casa delle persone; 3) consentire il consumo dei pasti avanzati all'interno della struttura scolastica. La prima e la seconda soluzione implicano un trasporto del cibo dalla scuola ad un luogo diverso. Le normative sanitarie impongono alla ditta che prepara il cibo un trattamento particolare per il trasporto che si chiama "abbattimento di temperatura" (portare il cibo da 50 gradi a 2 gradi in poco tempo) per evitare la contaminazione. Ciò va fatto anche nell'ipotesi di utilizzo  della sala ad oggi ad uso degli Alpini (per cui basta attraversare la strada senza necessità di mezzi di trasporto), previa ovviamente richiesta alla associazione. La seconda soluzione implica anche l'impiego di una porzionatrice sigillante e di un certo numero di contenitori termici per il trasporto a domicilio. Il pasto potrebbe poi essere riscaldato con microonde o in un forno tradizionale a domicilio. La terza soluzione è invece quella più agevole, ma occorre chidere alla Dirigente Scolastica di utilizzare il locale mensa dopo le tredici e trenta per far accedere chi consumerebbe il pasto.Tuttavia è quella più economica in quanto non richiederebbe strumentazioni che andrebbero acquistate o noleggiate nel primo  e nel secondo caso. Veniamo ai costi. Un'abbattitore di calore (necessario nei casi 1 e 2) costa circa 1.500 euro. Una porzionatrice sigillante potrebbe costare circa 1.000 euro. Un contenitore per il trasporto a domicilio a norma, costa circa 70 euro e ne servirebbero circa una decina per un totale di 700 euro. Il costo per l'adozione della prima soluzione (mensa in prossimità), risulta essere  di 1.500 euro circa, ma occorrerebbe la disponibilità del locale e la gestione della mensa in loco. Il costo per l'adozione della seconda soluzione (consegna a domicilio), risulta essere di circa 3.200 euro ed occorrerebbe l'organizzazione della rete di volontari. Il costo per l'adozione della terza soluzione (mensa a scuola), sarebbe a costo pressochè nullo, ma occorrerebbe organizzare lo spazio all'interno della scuola (sanificazione etc). In tutti e tre i casi va avvisata l'ASL per i controlli di competenza. In tutti i casi, pur riconoscendola bontà etica della proposta, la ditta Pellegrini non può fare a meno di rispettare delle norme igieniche fondamentali, anche si si tratta di "avanzi" di una mensa scolastica. Anche alla luce della legge 155/03, citata dal PD proponente, occorre notare che le organizzazioni che distribuiscono le eccedenze sono considerate come utilizzatori finali e quindi tutte le normative e gli accorgimenti necessari illustrati rimangono validi. E' brutto dirsi, ma purtroppo da questa fredda analisi appare che eliminando questi dieci pasti al giorno, vi sarebbero dei costi minori. Vorrei ringraziare il dott. Nocciola per il tempo dedicatomi per l'analisi... che ritengo necessaria per fare un ulteriore passo avanti nella proposta al fine di non sprecare questo cibo. Chiedo ai proponenti di valutare quale delle tre opzioni sia più percorribile alla luce delle risorse disponibili e di quelle che potrebbero recuperarsi con raccolte di fondi o sponsorizzazioni e resto a completa disposizione: se si riesce a trovare una soluzione ne sarei ben contento!".