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Un fiume in piena chiamato Binatti

Trecate - A bocce ferme, a quasi 48 ore dal voto, ecco che arriva la prima dichiarazione-stampa di Federico Binatti, uscito sconfitto per 500 voti nel ballottaggio che lo vedeva opposto a Enrico Ruggerone (centrosinistra) e senza l'appoggio, anzi - potremmo dire quasi l'ostacolo - di liste e partiti che fanno parte del centrodestra.

“Il risultato di Trecate - scrive - rappresenta uno straordinario successo per il centrodestra e dimostra la voglia di cambiamento che ha preso il sopravvento nella nostra Città. La campagna elettorale ha avuto toni troppo forti ed avvelenati, dovuti alla totale assenza di una direzione politica autorevole e competente. Non ho nulla da rimproverare né a me né a chi mi ha sostenuto: la mia squadra si è battuta al meglio raggiungendo un risultato gratificante, un autentico successo se considerato nel contesto globale entro cui è avvenuto. Infatti – prosegue Binatti – arrivare a sfidare ad armi pari, raddoppiando i propri voti in dieci giorni, il candidato reputato da tutti favorito alla vigilia è un successo innegabile, a maggior ragione in un anno in cui il centrodestra ha subito cocenti sconfitte e in particolare in Piemonte non ha riconfermato nessuna propria amministrazione uscente, eccetto la Provincia di Vercelli. Guardare a questi fatti con attenzione è il requisito fondamentale per un Partito serio e radicato tra la gente. La ‘nuova politica’ di cui ho tanto parlato in campagna elettorale e che è stata apprezzata dagli elettori sta proprio in questo: per vincere non servono accordi di potere e di partito, ma capacità di ascoltare i cittadini, coglierne i problemi e rimboccarsi le maniche per risolverli; è quello che farò, insieme agli amici Crivelli e Capoccia eletti nella lista ‘Binatti Sindaco’ che con me siederanno nei banchi dell’opposizione per portare avanti le istanze dei Trecatesi. Ci sono tuttavia delle gravi responsabilità a riguardo del risultato che ha consegnato Trecate alla sinistra. In primo luogo sono responsabili di questo fallimento i dirigenti regionali del Partito, che non hanno voluto imporre una linea che il risultato del primo turno ha dimostrato vincente all’interno del centrodestra. In secondo luogo i dirigenti provinciali, la cui miopia politica ha portato al suicidio politico il partito di maggioranza relativa, il Popolo della Libertà: oggi questo Partito a Trecate non esiste più nei fatti, anche considerata la posizione di critica che il consigliere Casellino, eletto del Popolo della Libertà, ha portato avanti. Senza contare che il Popolo della Libertà si è rivelato – e in particolare in questo caso voglio sottolineare la posizione del coordinatore cittadino Baraggini – correo nella consegna della Città alla sinistra: dopo aver ripetutamente invitato gli elettori all’astensione e aver diffuso materiale che violava le normative sulla propaganda elettorale al fine di sfavorirmi, ho visto personalmente molti candidati del Popolo della Libertà e delle liste civiche che lo appoggiavano recarsi alle urne. E posso immaginare per votare chi. Questo non significa affatto, tuttavia, porsi al di fuori del Partito di cui sono dirigente del movimento giovanile ed entro cui ho compiuto e continuerò a compiere un percorso politico coerente ma intransigente nelle scelte e nelle dialettiche interne. Se il Popolo della Libertà vuole tornare ad essere autenticamente un grande Partito, capace di coinvolgere gli elettori attorno ad esso e spingerli verso la passione politica, deve cessare di essere un comitato elettorale in cui i ‘soliti noti’ della politica entrano ed escono per mero interesse. In questo senso merita massimo rispetto la scelta di dimettersi autonomamente da Coordinatore Nazionale fatta dal sen. Sandro Bondi: un atto di responsabilità di fronte al fallimento di una linea politica. Il suo esempio dovrebbe essere seguito a catena anche dai vertici regionali, provinciali e cittadini interessati da fallimenti analoghi. Sarebbe una scelta che mostrerebbe grande dignità. Proprio per questo ho seri dubbi sul fatto che verrà attuata. In tal caso, chiederemo formalmente la revoca degli incarichi agli organi di Partito competenti, per permettere al nostro Partito quel rilancio di cui – e questo è un dato sotto gli occhi di tutti – ha veramente bisogno, per formare una nuova classe dirigente che sappia rispondere alle vere esigenze dei cittadini”.

Più chiaro di così...