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La riforma del Trasporto Pubblico Locale per migliorare un servizio non soddisfacente

Torino - L’assessore ai Trasporti, Barbara Bonino, ha risposto alle critiche sulla sospensione di 12 linee ferroviarie formulate il 19 giugno in Consiglio regionale dai gruppi di opposizione, che hanno presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti, che è stata respinta. Alla fine del dibattito è intervenuto il presidente Roberto Cota, invitando a non accogliere la richiesta “perché l’assessore gode della fiducia di chi l’ha nominata”.

“La riforma del trasporto pubblico che abbiamo definito rappresenta un’occasione importante per migliorare un meccanismo che non era soddisfacente - ha sostenuto Bonino - Il nostro intervento è finalizzato a sperimentare un nuovo modello di esercizio, garantendo il diritto alla mobilità di tutti i piemontesi, ma al contempo consentendoci di contrarre la spesa”.

Contrazione necessaria alla luce dei tagli statali al trasporto pubblico locale: “Rispetto alla quota del 2010, per il trasporto ferroviario nel 2011 e nel 2012 abbiamo ottenuto rispettivamente 72 e 43 milioni di euro in meno. Questa diminuzione nei fondi disponibili è stata abbinata ad una netta contrazione nei trasferimenti per il trasporto su gomma, tanto che nel 2011 ci sono venuti a mancare 220 milioni per pagare i servizi di tpl. Mancanza a cui dovremo riparare con un piano di rientro triennale, e la prima tranche da 60 milioni è già stata inserita nel bilancio 2012”.

Sulla scelta delle linee da sospendere Bonino è stata chiara: “I criteri usati sono stati la bassa frequentazione, ovvero una media di meno di 50 passeggeri a corsa, e il rapporto costi/ricavi, al di sotto dell’8%. Oltre a ciò, delle 12 linee in questione, tre sono interrotte da almeno due anni per problemi infrastrutturali e sette sono regolarmente sospese nei mesi estivi. La Regione Piemonte è l’unica ad aver compiuto una scelta coraggiosa, intervenendo sui cosiddetti rami secchi, cioè le linee meno remunerative. Altrove si è preferito applicare tagli lineari, ma non per questo meno gravosi per gli utenti. Alcuni esempi? Già nel 2011 il Veneto ha tagliato il 19,5% dei servizi ferroviari, le Marche il 13% e la Liguria il 12%. Il Piemonte, invece, l’anno scorso non ha tagliato alcun servizio e quest’anno ha applicato una riduzione del 5%, risparmiando così 11,5 milioni di euro”.

L’applicazione dei tagli si accompagna però ad una sperimentazione innovativa. “Cardine dell’operazione - ha ricordato l’assessore - sarà l’esclusione di alcune linee dal contratto di servizio con Trenitalia, a cominciare dalla Novara-Varallo e dall’Alessandria-Ovada, e la loro messa a gara: siamo convinti che un servizio flessibile, solo treno o misto treno-bus, possa essere appetibile. Sarà una prima apertura al mercato che anticiperà la gara ferroviaria complessiva che verrà indetta entro la fine di quest’anno”.

In conclusione del suo intervento, Bonino ha puntualizzato che “questa non è la resa della Giunta regionale, ma un percorso innovativo che parte da un atto concreto, che è l’esclusione di alcune linee dal contratto di servizio di Trenitalia, proprio quelle che alcuni ci accusano di voler privilegiare. Un migliore servizio ferroviario è capace di captare molta più utenza, con treni nuovi, meglio organizzati. La Regione non si tira indietro, non chiude il borsellino, non lascia da soli i territori a bassa frequentazione. Se avessimo voluto parlare di definitiva soppressione l’avremmo fatto. Se avessimo voluto tenere la Novara-Varallo non l’avremmo inserita fra quelle da rimodulare. Il confronto politico è giustamente aspro. Ma non si può dire che manteniamo un sistema del trasporto pubblico che non funziona per non rischiare. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare, ci crediamo, e intendiamo andare avanti con l'aiuto e la collaborazione dei territori”.