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La situazione debitoria della Regione Piemonte

Roberto Cota

Torino - Aprendo il dibattito sulle finanze della Regione svoltosi il 4 dicembre in Consiglio regionale, il presidente Roberto Cota ha dichiarato che “la situazione è nota: la Regione ha accumulato negli anni molti debiti, soprattutto nel periodo che va dal 2005 al 2010, ed essi incidono anche per quanto riguarda la parte corrente, perché ovviamente ci sono gli interessi da pagare. Questo tipo di posizione debitoria ha l’aggravante di essere stata fatta in un periodo che si può definire di ‘vacche grasse’, in cui ancora non c’era la riduzione pesante dei trasferimenti da Roma, che invece si è verificata da questa legislatura. Io sono andato dal ministro dell’Economia ad evidenziare quella che era la realtà e a mettere in luce la responsabilità di chi negli anni precedenti avrebbe dovuto controllare. Questo è un tema rispetto al quale io chiedo, indipendentemente dai colori politici, una presa di posizione unanime nel pretendere per il Piemonte quello che spetta al Piemonte. Noi tratteniamo sul nostro territorio soltanto il 37% delle entrate tributarie; se invece avessimo la possibilità di trattenerne una quota maggiore, non avremmo problemi dal punto di vista della gestione dei bilanci. Certo, dovremmo fare tutte le riforme, che in parte abbiamo già fatto e che dovremmo continuare a fare”.

Anche il presidente dell’Emilia Romagna, che non è certamente del mio schieramento politico, ha paventato il rischio di default a causa dei tagli previsti nei trasferimenti per il 2013 da Roma - ha proseguito Cota - E anche quando il sindaco di Torino si dice costretto a sforare il patto di stabilità nei confronti del Governo, non lo fa certo perché ha una posizione preconcetta, ma lo dice perchè la situazione è oggettivamente insostenibile. Queste difficoltà si riverberano in tanti capitoli del nostro bilancio: sul trasporto pubblico locale, ad esempio, non abbiamo ancora avuto un euro quest’anno dei 204 milioni dovuti. Stesso discorso per i fondi sul dissesto idrogeologico. Non accettabile, infine, è l’atteggiamento che abbiamo avuto con riferimento alla ridefinizione delle reti ospedaliere. Noi messo in campo una riforma sanitaria che dal nostro punto di vista razionalizza con senso di responsabilità, quindi metteva insieme gli ospedali, riconvertiva le piccole strutture. Ma a fronte di questo impegno arriva dal Governo un decreto che vuole imporre la chiusura degli ospedali che non riescono a raggiungere le dimensioni definite in maniera unilaterale da Roma: chiudere un pronto soccorso in alcune realtà disagiate, distanti o di montagna crea tutta una serie di problemi che non possiamo accettare”.

Il presidente ha poi ricordato che “abbiamo l'obiettivo di non aumentare la pressione fiscale, perchè i cittadini sono i nostri veri interlocutori, non questo o quel gruppo di interesse. I cittadini hanno già una pressione fiscale altissima che arriva dallo Stato, e la Regione non intende farla salire ulteriormente. Ho anche intenzione di trovare delle risorse, mi scuso se all’inizio minime, per varare misure anticicliche. Visto il momento molto problematico che si sta attraversando - ha conluso Cota - auspico vi sia una convergenza anche ampia in Consiglio sulle cose concrete da fare; io cercherò di fare ogni sforzo per trovare una collaborazione rispetto ai singoli provvedimenti. E vi sarò grato se ci sarà un atteggiamento costruttivo: da parte mia ci metterò tutto l’impegno. Non è del resto un mio compito quello di distribuire dichiarazioni estemporanee, ma è semmai quello di governare al meglio in questi tempi difficili”.