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SANITA’: LA ‘RIFORMA EPOCALE’ SI E' SGONFIATA E LA GIUNTA COTA COSTRETTA A CAMBIARE PASSO

On. Luigi Bobba (Pd)

Vercelli - "Dopo aver fatto muro alle critiche del PD e dopo essersi asserragliata nella difesa della presunta ‘riforma epocale’ della sanità - scrive l'on. Luigi Bobba, deputato Pd e vice presidente della Commissione Lavoro alla Camera - la Giunta Cota è costretta a fare marcia indietro e ad aprire un dialogo con l’opposizione. Dopo gli incontri con le realtà territoriali, Monferino e Cota si sono resi conto che la ‘riforma epocale’ (la definizione è di Cota), con la separazione tra ospedale e territorio e la creazione di mega ASO (Aziende sanitarie ospedaliere), non avrebbe fatto altro che far crescere i costi per i prossimi tre anni e generato una pericolosa rottura della continuità assistenziale: prevenzione, cura e riabilitazione. Insieme ad una precipitosa marcia indietro, c’è un significativo cambio di passo. La riforma non sarebbe mai arrivata in porto, mentre ora dal dialogo con l’opposizione può nascere un ridisegno del sistema sanitario piemontese che mantenga la continuità tra ospedale e territorio, rafforzi il lavoro in rete degli ospedali e concentri in qualche Asl tutte le funzioni amministrative e di supporto. Ma Cota non pensi che quello che è uscito dalla porta adesso possa rientrare dalla finestra: non si possono concentrare tutti i servizi ospedalieri e di territorio nella mega ASL di Novara. Sarebbe una follia e per Vercelli significherebbe cadere dalla padella alla brace. Piuttosto si valuti un’integrazione tra gli ospedali di Vercelli, Borgosesia e Biella. Infine bisogna restituire ai sindaci il loro ruolo nella gestione dei servizi sociosanitari e nella valutazione dell’operato del direttore generale della Asl. I consorzi sociosanitari, anche quelli della ASL di Vercelli, hanno dato buona prova nella gestione dei servizi destinati alle fasce più deboli. Cancellarli sarebbe un errore fatale: occorre una dimensione territoriale coincidente con i Distretti sanitari, cioè circa 60-70 mila abitanti. Non servono microunioni di Comuni, come quelle contenute nel disegno di legge dell’assessore Maccanti, perché porterebbero ad una frammentazione inutile e costosa”.