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Taglio dei trasporti pubblici locali: la posizione di Lega Nord e Pd

Torino - “Mai essere troppo ottimisti sui suggerimenti che avrebbero potuto venire dall’opposizione. Come al solito, infatti, dall’opposizione abbiamo avuto solo aria fritta”.  Lo ha dichiarato il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa nel Consiglio dedicato al trasporto pubblico locale ribattendo alle polemiche sollevate sulla situazione economica piemontese. “Ricordo all’opposizione, che tanto pontifica - ha proseguito Carossa -, che fino a oggi abbiamo già affrontato 21 consigli regionali straordinari, richiesti tutti dalla stessa opposizione, nei quali almeno in nove occasioni sono state domandate maggiori risorse o aumenti di fondi su questo o quel capitolo. Ossia solo aria fritta gettata in pasto ai giornali e speranza di vana ribalta mediatica, ma nulla di concreto. Per stare dietro a queste richieste, infatti, il Presidente Cota dovrebbe fare un nuovo assessorato per stampare almeno un miliardo di euro di soldi nuovi, freschi, da mettere in circolazione!. Al di là della polemica la situazione è serissima - ha aggiunto Carossa - Perché c’è una questione indebitamento che non abbiamo creato noi. Perché ci sono stati svariati governi di tutti i colori politici che hanno sempre tagliato sugli enti locali. E così oggi la coperta non solo è corta ma tra un po’ non ci sarà più del tutto. E noi oggi dobbiamo sentire parte dell’opposizione che ci dice che i Fas non si dovrebbero usare? In momenti di crisi come questo, il mantenimento dell’occupazione è sviluppo. Perché i posti di lavoro persi oggi non verranno recuperati facilmente o a breve, lo sappiamo. Per cui noi ci batteremo con ogni forza, impiegando ogni euro che abbiamo a disposizione per tutelare i posti di lavoro e ciò che riteniamo fondamentale: la sanità, i trasporti e l’assistenza. Il resto è aria fritta. E se la sinistra è davvero convinta che sul trasporto pubblico si debba tagliare qualche ramo secco, qualche linea sottoutilizzata, ci dica cosa dobbiamo tagliare, quali linee secche vanno chiuse, ci dicano i nomi e le località dove vogliono sfoltire e andremo insieme a spiegare alla gente la scomparsa del collegamento. La verità è che il senso di responsabilità con cui la sinistra lancia queste proposte irrealizzabili è la stessa dimostrata dalla Bresso alla guida della Regione che ci ha portato a questo disastro”.

 "Il taglio dei fondi del Trasporto Pubblico Locale (Tpl) deciso dalla Giunta Cota è folle e disastroso - dice la consigliera regionale Giuliana Manica (Pd) - La stessa assessore Bonino ha dovuto ammettere in aula che questo taglio è insostenibile. Se il bilancio non verrà modificato, da metà anno 2013 noi avremo un taglio degli autobus del 50% e un taglio dei treni del 34%. Cioè  non potremo più trasportare tutti i pendolari, che dovranno attrezzarsi con mezzi propri. Una situazione evidentemente ingiusta e insostenibile. La Giunta Cota è totalmente indifferente al trasporto pubblico, tanto che Cota ha dichiarato pubblicamente che non è compito della Regione garantire il diritto di mobilità dei cittadini. Questi tagli comporteranno il fallimento di tutte le imprese piemontesi di Tpl ed una valanga di licenziamenti di autoferrotranvieri”.

Sempre a proposito della Giunta Cota, Manica dice: "Tre anni fa, nei primi mesi del suo mandato, il Presidente Cota ci spiegò che i pesanti tagli del governo Tremonti (930 milioni di euro in due anni) erano giusti e sarebbero stati superati grazie a una politica di tagli degli sprechi e di razionalizzazione delle spese. A tre anni di distanza il debito della Regione Piemonte è aumentato, gli sprechi non sono stati tagliati e la Regione è sull’orlo del tracollo. Anche la tanto decantata riforma sanitaria ha prodotto finora solo tagli al personale e la chiusura del Valdese. Ora, di fronte al segno evidente della sua incapacità a governare, la Giunta Cota si appresterebbe ad aumentare Irap e Irpef regionali. E’ evidente che questa scelta troverà la fortissima opposizione del gruppo regionale PD, irriducibilmente contrario ad un aumento della pressione fiscale in un momento in cui la crisi economica sta già incidendo pesantemente sui bilanci delle famiglie e delle aziende".