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Visite familiari nelle strutture sanitarie, il Piemonte resta fermo al palo

Domenico Rossi (Pd): “Mentre le altre molte altre Regioni cercano e trovano soluzioni per migliorare i servizi sanitari, qui assistiamo ancora al balletto dello scarica barile"
Domenico Rossi

Torino - “Mentre le altre molte altre Regioni cercano e trovano soluzioni per migliorare i servizi sanitari, in Piemonte assistiamo ancora al balletto dello scarica barile che, ogni giorno, viene pagato dai cittadini”. L’amaro commento del vicepresidente della Commissione sanità Domenico Rossi che oggi ha interrogato la giunta in merito alle azioni che intende intraprendere fare per riaprire le visite dei familiari negli ospedali e nelle strutture sanitarie. “In altre regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Sardegna,  Abruzzo e Liguria si è provveduto decidendo per l’utilizzo del Green Pass, la presenza di un tampone negativo entro le 48 ore o di un certificato vaccinale a 15 giorni dalla prima dose ma anche di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. In Piemonte si sceglie di non decidere” aggiunge Rossi sottolineando che “non solo la giunta rimanda ogni decisione riguardo l’incontro tra parenti, visitatori e pazienti alle Direzioni Sanitarie e ai singoli professionisti… su questi ultimi avremmo voluto maggiori chiarimenti: a chi ci si riferisce? Ad Ogni singolo medico? Avrei voluto chiederlo all’Assessore Icardi, oggi assente, che ha affidato la sua risposta scritta alla collega Poggio”. Ancora una volta la regione si sottrae al ruolo di coordinamento. “Considerate le condizioni epidemiologiche attuali, non è ammissibile che la Regione non abbia ancora definito un protocollo che, nel rispetto di tutte le limitazioni necessarie, riapra alle visite in sicurezza in particolare nei reparti dove la presenza è particolarmente necessaria come, ad esempio, le pediatrie e le terapie intensive neonatali” conclude Rossi.