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STUDENTE DELL’ANNO A BORGOMANERO

Borgomanero - È ancora una ragazza ad aggiudicarsi il titolo di “studente dell’anno”: si tratta di Chiara Lera, che frequenta la V dell’indirizzo economico dell’IT “Leonardo da Vinci”. Grazie all’invidiabile media del 9,60 porterà a casa i 300 euro messi in palio dall’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Borgomanero. Il dominio femminile nel concorso è evidente: solo una edizione su sette è stata vinta da un ragazzo. Com’è consuetudine, la proclamazione è avvenuta il 26 giugno al Municipio di Borgomanero nel corso di una cerimonia presieduta dal sindaco Anna Tinivella e dal presidente del Consiglio Diego Vicario. Sono stati come al solito premiati anche i migliori studenti di ogni istituto scolastico. Per espressa disposizione del regolamento, quest’anno non potevano essere proclamati “Migliori studenti” quei giovani che avessero già vinto il titolo negli anni passati: a tutti loro sono stati consegnati degli encomi (vedi graduatorie allegate). Quest’anno l’Amministrazione Comunale ha voluto dare un riconoscimento anche ad altre classi che si sono messe in luce nel corso dell’ultimo anno scolastico. È stato quindi consegnato un encomio ai professori Michelangelo Di Cerbo (IT “Da Vinci”), Michela Bronaldi e Caterina Radaelli (Liceo “Galilei”), i quali hanno portato i loro studenti ad ottenere un lusinghiero piazzamento nel concorso di storia contemporanea indetto dal Consiglio Regionale del Piemonte.

Hanno inoltre portato la loro testimonianza Silvia Fasola e Alessandro Bianchi Fossati che, grazie a un contributo comunale, hanno potuto partecipare al progetto “Pro_Memoria Auschwitz”, visitando il campo di concentramento. Estremamente soddisfatta Anna Tinivella, nella sua doppia veste di Sindaco e di titolare delle Politiche Giovanili: «Ho sempre seguito con molta partecipazione il concorso dello “Studente dell’anno”, fin da quando l’ex assessore Roberto Nonnis, a cui va il mio ringraziamento, mi prospettò l’idea cinque anni fa. Vedo con molto piacere che sono tantissimi i giovani in gamba che si impegnano nello studio e non solo: tutti i vincitori sono infatti ragazzi che fanno volontariato, sport, attività sociale, lontanissimi quindi dallo stereotipo del “secchione”. Se ha un senso la meritocrazia è proprio questo: far emergere tutti quei giovani che quotidianamente si impegnano, personalmente e per gli altri, senza ricevere, troppo spesso, nessun riconoscimento».