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Giorno della memoria: lettera aperta di uno studente

Federico Mazzaron (dal suo profilo Facebook)

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Federico Mazzaron, vice presidente della Consulta degli studenti. "Il 27 Gennaio è un giorno che dobbiamo ricordare sempre con grande attenzione. Non è un giorno come gli altri. L'anno scorso insieme ad altri ragazzi del mondo scuola provenienti da tutta Italia, ospiti alle cerimonie per la giornata della memoria al Quirinale, abbiamo giurato , di fronte al Presidente della Repubblica Napolitano che in ogni luogo in cui saremmo andati ci saremmo sempre battuti per fare in modo che la storia non conosca mai più orrori del genere. Anche oggi sento il dovere di ripetere questo giuramento poiché il passato serve per capire ed affrontare il presente, per dire no alla retorica ed affermare i valori esistenziali nella costruzione del nostro futuro. Il dovere della memoria non si conclude col Novecento: oggi tocca alla mia generazione, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica, e soprattutto educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti. Con questo spirito alla scuola oggi è demandato il sacro compito di far conoscere gli orrori che il Nazismo fece negli anni della guerra. Alla scuola è demandato il sacro compito di non permettere all'antisemitismo, al negazionismo di prendere posto nella coscienza delle future generazioni. La scuola deve aprire gli occhi alla “bellezza della diversità culturale”, vista come un'opportunità. Agli insegnati, che ogni giorno rinnovano con amore la loro missione educativa rivolgo l'invito a non arrendersi mai nel promuovere e diffondere i valori della legalità, del buon senso, del rispetto, della solidarietà verso tutti. Ci sono tematiche che necessariamente devono andare oltre il programma ministeriale, ci sono lezioni che devono essere fatte anche se "non rientrano nel programma". Voglio invitare gli studenti, miei coetanei a cercare sempre la bellezza seguendo sempre la via del bene, del giusto, anche se a volte seguire la via del giusto significherà rinunciare ad un amico, crearsi qualche antipatia e ricordare loro che la memoria non riguarda solo il male assoluto, ma deve includere la "banalità del bene" di quanti, in campi e schieramenti diversi, pur rischiando la vita, si sono opposti al progetto di sterminio e hanno aiutato i perseguitati. Tenere alta la guardia contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione, ricordare la lezione dei Giusti tra le Nazioni: questi sono i due compiti essenziali perché l'intolleranza permea ancora la nostra società ed il mondo può e deve fare di più per distruggere quel veleno che ha condotto ai campi di concentramento".