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NO DA PARTE DEL COMUNE AL PASTO DOMESTICO NELLE SCUOLE CITTADINE

Novara - Il Comune dice no al pasto domestico nelle Scuole dell’infanzia e nelle Scuole primarie cittadine. La decisione è stata presa conseguentemente alle numerose perplessità manifestate da parte del tavolo tecnico (composto, oltre che dai vertici del Servizio Istruzione, anche dai rappresentanti degli Istituti comprensivi cittadini, del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Asl No e della ditta appaltatrice del servizio di ristorazione) oltre che suffragata anche da una recentissima sentenza (25 maggio) del Tribunale di Napoli che, rigettando un ricorso, ha messo in luce le oggettive difficoltà organizzative del pasto domestico nelle scuole. Come noto, il Comune eroga agli alunni delle Scuole dell’infanzia e delle Scuole primarie il servizio di ristorazione scolastica attraverso un appalto (settembre 2014 – agosto 2019) attualmente gestito dalla ditta Alessio di Caresanablot. Lo scorso anno, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Torino del 21 giugno, che aveva confermato la possibilità da parte delle famiglie di utilizzare per i propri figli la formula del pasto domestico, in ottobre il Comune aveva emesso una prima comunicazione informativa riguardante il proprio impegno ad affrontare la questione. In novembre 2016, il Servizio Istruzione aveva quindi avviato un’indagine conoscitiva nelle scuole e nelle famiglie per individuare il numero dei potenziali interessati: al 15 dicembre (scadenza entro la quale gli interessati hanno fatto pervenire il loro parere) il numero complessivo delle famiglie dichiaratesi interessate era risultato pari a novantasette su una popolazione scolastica di circa cinquemila alunni.

In attesa del definitivo pronunciamento della Corte di Cassazione in merito alla sentenza della Corte d’Appello di Torino e quindi alla possibilità di attivazione del pasto domestico (va ricordato che lo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca aveva posto reclamo), il Servizio Istruzione aveva avviato una serie di incontri, singoli e comuni, con i diversi soggetti coinvolti nella questione, ovvero con i Dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi, i dirigenti del Sian dell’Asl No e la ditta “Alessio”, con l’obiettivo di cercare di risolvere i problemi che si intrecciano e che rendono complesso il percorso e difficile l’avvio del servizio.

"Da questi incontri – ricordano l’assessore all’Istruzione Angelo Sante Bongo e i responsabili del Servizio Istruzione - sono emerse numerose criticità: le principali risultano essere normative alimentari e igienico sanitarie, competenza della preparazione e pulizia degli spazi utilizzati per il pasto domestico, gestione complessiva dei locali mensa e del personale di vigilanza e controllo, responsabilità della somministrazione e dei locali deputati alla somministrazione, diete speciali per soggetti allergici o con particolari intolleranze o di ordine etico-religioso, potenziali rischi di contaminazione alimentare tra pasto domestico e pasto preparato in loco, e altro ancora. Inoltre i pareri espressi durante gli incontri avevano evidenziato quanto meno, forti perplessità rispetto all’avvio del servizio nelle scuole novaresi proprio per questi motivi. Dopo serrato confronto per verificare l’eventuale fattibilità dell’operazione e avendo sospeso ogni giudizio definitivo in attesa di avere piena luce su ogni possibile contenuto utile a chiarire al meglio la vicenda, il Comune, date le criticità già emerse negli incontri esplorativi tra il Servizio Istruzione e gli addetti ai lavori ed espresse anche dalla sentenza del Tribunale di Napoli per le complesse variabili organizzative, ha deciso di non attivare la procedura e quindi di non consentire che il pasto domestico venga consumato nei refettori scolastici".

Il sindaco Alessandro Canelli rimarca dal canto suo che "questa decisione, maturata con grande responsabilità e sintonia dopo mesi di riflessioni e valutazioni da parte dei componenti del tavolo tecnico istituito per affrontare la questione del pasto domestico, è stata determinata da dati oggettivi sul piano organizzativo e anche giuridico. In ogni caso mi preme sottolineare che l’Amministrazione dovrà continuare – e, se possibile, ancora di più - a vigilare con grande attenzione sulla qualità del servizio di ristorazione scolastica e non esclude che, allo scadere dell’appalto in corso, possano essere apportate eventuali modifiche rispetto ai contenuti del bando di gara, con l’esclusiva finalità di migliorare ulteriormente il servizio che viene fornito ai bambini e ai ragazzi novaresi e alle loro famiglie".