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DAL PIEMONTE ORIENTALE UNA “FOTOGRAFIA” DELLA DISEGUAGLIANZA SOCIALE IN ITALIA

Alessandria - Un paese poco egualitario, con differenze di reddito elevate e in cui avere appoggi politici è fondamentale per avere successo. Questo in sintesi il giudizio che gli italiani danno del proprio paese, secondo quanto emerge dall’indagine “Social Inequality IV”, una ricerca internazionale coordinata per l’Italia dalla professoressa Cinzia Meraviglia, docente di Metodologia delle scienze sociali, presso il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali di Alessandria. L’indagine è frutto del programma di ricerca internazionale I.S.S.P. – International Social Survey Programme, nato nel 1985 e dedicato alle scienze sociali, al quale aderiscono 47 nazioni in Europa, Nord e Sud America, Africa, Asia e Oceania; essa riprende un’indagine analoga svolta nel 1987 e nel 1992 sulla percezione della diseguaglianza sociale da parte della popolazione italiana.

Dal 2007 l’Italia è rappresentata in questo network dall’Istituto di Ricerca Sociale (ex Dipartimento di Ricerca Sociale) di Alessandria, grazie al sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

L’indagine “Social Inequality IV” ha coinvolto 1085 intervistati ed è stata realizzata grazie alla collaborazione con l’istituto di ricerche “Marker” di Mestre. I risultati emersi fotografano un paese percepito dalla popolazione in modo piuttosto negativo: oltre un terzo degli intervistati ha indicato il pagamento di tangenti come un mezzo per arrivare al successo; rispetto alle indagini del 1987 e del 1992 viene percepito in aumento il conflitto tra i gruppi sociali dei “ricchi” e dei “poveri”, mentre risulta attenuato rispetto al passato quello tra classe operaia e ceto medio.

A vent’anni dalla precedente indagine ISSP sulle diseguaglianze sociali risulta invece quasi immutata l’idea di società che la maggior parte degli italiani vorrebbe: una società con una base (classi più povere) e un vertice (classi dirigenti) ristretti, e con una fascia media in cui si trovi la maggioranza della popolazione, mentre è aumentata la quota di coloro che pensano che oggi la nostra società abbia una base decisamente ampia e un vertice altrettanto ristretto.