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Asystel, le prime parole di Laura Frigo: "Orgogliosa di essere qui!"

Novara - Non ha ancora compiuto ventuno anni Laura Frigo, nata a Saronno nell’ottobre del 1990, e l’estate 2011 si sta rivelando per lei un vero e proprio “boom” a livello personale. Prima la convocazione in nazionale, nel gruppo che disputerà le Universiadi a Shenzen in estremo oriente, poi la chiamata dell’Asystel, cui ha risposto “presente” con entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Non si può certo dire che non abbia fatto la gavetta Laura, centrale di 185cm di pura potenza, cresciuta nella sua Saronno fino ai 15 anni prima di approdare nell’Orago di Bosetti con cui nel 2005-2006 ottiene una storica promozione in B1. L’anno successivo la sua storia si incrocia per la prima volta con quella dell’Asystel con un bilancio chiuso in parità: nel campionato di B1 è l’Asystel di Cristina Barcellini a spuntarla nella lotta salvezza ma alle finali nazionali under18 è l’Orago di Laura ad aggiudicarsi il titolo contro le asystelline guidate da Marta Bechis. Dopo la parentesi a Carnago (B1), Laura arriva in A1 a Pavia (2009) dove gioca due stagioni di cui la prima in compagnia dell’asystella Dora Horvath. Poi il passaggio in biancorosso e l’inizio di una nuova avventura, ma questa è storia recente.

“Sono davvero felice di essere qui – confessa Laura mentre muove i primi passi “biancorossi”, in visita alla sede societaria – credo che, con tutto il rispetto verso il biennio vissuto a Pavia che comunque per me è stato molto importante, si tratti di un salto di qualità importante per me (ripetizione), a livello sportivo e anche a livello professionale. Qui si respira un’aria diversa, quella di un club che ha fatto la storia e che vuole continuare a farla anche oggi e in futuro”.

Parole lucide e determinate quelle di Laura, che prosegue: “La cosa che mi intriga è la possibilità di entrare in un gruppo giovane che però, rispetto ad altri progetti simili, ha un valore aggiunto: già quest’anno la squadra ha dimostrato di essere cresciuta e di essere in crescita (ripetizione) e nel prossimo biennio abbiamo la possibilità di cullare ambizioni importanti. Io? Punto a conquistare quanto più spazio possibile e, anche quando non sarò in campo, ad aiutare la squadra in qualsiasi modo. Nel frattempo la mia più grande sfida è quella di lavorare giorno per giorno per crescere: ho la fortuna di poterlo fare con un allenatore importante come Gianni Caparra e non devo sprecare l’occasione”.

In attesa di poterla scoprire in campo, Laura si descrive così ai suoi nuovi tifosi: “In campo sono una giocatrice molto grintosa, mi piacciono le battaglie, le sfide, anche se magari non sempre esterno questa mia grinta, questa mia combattività. Cerco di essere un punto di riferimento per le compagne, offrendo conforto nei momenti delicati e dando lo spunto per lottare nei momenti più tesi. La mia grande sfida è riuscire a diventare tutto questo anche in una realtà importante quale Asystel. Fuori dal campo invece, per quanto sia scontato dirlo, sono una normalissima ragazza di vent’anni: frequento il corso di Lingue e letterature straniere presso l’università di Pavia, nel tempo libero amo ascoltare della bella musica per rilassarmi o anche, talvolta, per darmi la carica; poi, come un po’ tutti i miei coetanei, mi dedico alla tecnologia: computer, internet, iPod e quant’altro”.

Intanto, aspettando di iniziare la nuova avventura in biancorosso, il presente ha il colore azzurro della nazionale: “Ho vestito in passato la maglia delle nazionali giovanili (vincendo anche l’europeo juniores 2008 ndr) ma chiaramente la nazionale seniores è qualcosa di speciale, di unico. E’ bello, inoltre, che abbia ritrovato in nazionale molte delle mie compagne passate della juniores e della prejuniores, insomma anche l’impatto con la nuova realtà non è stato traumatico. Penso di essermi meritata questo traguardo e sono determinata a giocarmi fino in fondo tutte le mie carte per poter giocare, magari da protagonista, le prossime Universiadi: c’è da difendere un titolo importante”. Un titolo conquistato due anni fa a Belgrado, tra le altre, da Cristina Barcellini: anche lei, come ora Laura, era all’esordio con la maglia della nazionale maggiore, maglia che da allora non ha più lasciato. Chissà che il precedente non sia di buon auspicio anche per l’avventura azzurra di Laura.