Share |

Baseball: alcune domande 'incrociate' a Enrico Ciuffetelli e Richard Boza

Enrico Ciuffetelli

Novara - Dire cos’hanno in comune Enrico Ciuffetelli e Richard Boza è piuttosto semplice. Entrambi provengono dal continente americano, seppur da Paesi diversi (Ciuffetelli dal Venezuela e Boza da Cuba), ma tutti e due hanno trovato in Italia la loro seconda patria. Enrico ha addirittura già vestito la maglia della nazionale azzurra giovanile, mentre Richard sogna di indossarla in futuro. Ecco un loro breve ritratto.

Cominciamo da Enrico Ciuffetelli. 

Un inizio di stagione tribolato a causa del lungo infortunio al braccio: ora, con un po’ di fretta, sei rientrato in pieno nella rotazione dei lanciatori, anche a causa della partenza di Waters. Stai ritrovando la confidenza oppure hai ancora un po’ di timore?

"Il mio braccio è migliorato, è già al 100%, adesso sto ritrovando piano piano la confidenza sul monte di lancio. Ma non voglio andare troppo in fretta, tutto ha il suo tempo".

Tu sei anche un buon battitore ma, passando nel gruppo dei lanciatori, non sei più schierato nel line up neanche come dh: è una scelta tecnica dettata dagli allenatori oppure sei tu che preferisci concentrarti solo sul ruolo di lanciatore?

"E’ una scelta tecnica, ma comunque io sono sempre a disposizione del manager Romano".

L’anno scorso sei stato uno dei protagonisti della nazionale azzurra giovanile: pensi che il baseball possa rappresentare per te una opportunità professionale importante nell’immediato futuro?

"Spero quest’anno di andare nuovamente in nazionale per giocare l'Europeo U21 e rifare una bella figura. Il baseball è uno sport che ti consente di girare il mondo, non solo come giocatore, ma anche come tecnico o dirigente. La cosa per me più importante, però, è l’istruzione: lo studio è quello che ti porta ad essere qualcuno nella vita ed è per questo che lo prediligo".

Passiamo ora a Richard Boza.

Sei ancora molto giovane ma sei uno dei punti di forza della squadra: Mike ti utilizza spesso e la società ha puntato su di te anche se, formalmente per la Federazione, risulti ancora uno straniero nonostante la tua ormai lunga permanenza in Italia: ti fa piacere e ti senti responsabilizzato da questo ruolo?

"In passato ho avuto alti e bassi e quest'anno devo ringraziare il coach Mike Romano che nonostante l'inizio non proprio brillante mi sta dando la fiducia e la possibilità, di partita in partita, di crescere e migliorarmi e sono molto contento di questa responsabilità...".

Quest’anno in difesa siete stati un po’ imprecisi, tanto è vero che siete in testa nell’IBL in questa poco invidiabile classifica. Senti che devi migliorarti in questo ruolo e quanto stai lavorandoci su?

"Sì, è vero, già dall'anno scorso era uno dei nostri punti deboli che ci siamo trascinati dietro anche quest'anno ma stiamo lavorando tanto per migliorare come squadra. Personalmente sto cercando di allenarmi con più grinta per rendere al meglio i giorni delle partite".

Uno dei difetti principali di cui venite accusati è quello di perdere la concentrazione durante le partite: Mike Romano sta lavorando molto su questo aspetto per farvi migliorare?

"Secondo me oltre al mister siamo noi che dobbiamo essere più consapevoli di quello che stiamo facendo dobbiamo cercare di rendere da vera squadra che sarebbe la chiave per migliorare..."

Infine, sei ancora un prospetto interessante e un buon battitore: cosa ti aspetti dalla tua carriera sportiva?

"Il mio sogno sin da piccolo era di giocare un giorno per la nazionale cubana, ora è di giocare per la nazionale Italiana. Mi aspetto un giorno di realizzare questo grande sogno e per questo sono pronto a lavorare molto duramente e fare dei sacrifici".

A cura di Paolo Canazza (Ufficio stampa Baseball Novara)