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Il presidente del Baseball Novara, Giovanni Peveroni, si dimette

Novara - E’ di ieri la notizia delle dimissioni di Giovanni Peveroni da Presidente del Novara Baseball 2000, carica che ricopriva da ormai moltissimi anni: l’abbiamo voluto interpellare per conoscerne i motivi e lo abbiamo trovato piuttosto provato ma disponibile a rispondere alle richieste di chiarimenti: “E’ stato un anno piuttosto complicato per me e per la mia società. Avevo già maturato nel corso della stagione l’intenzione di rimettere il mandato e le vicende delle ultime settimane hanno provocato in me uno stato di stress psicofisico che ha rafforzato questa decisione. Alcuni consiglieri mi hanno invitato a ritornare sui miei passi, ma ho gentilmente declinato l’invito”

Ha parlato di stress psicofisico derivato da vicende recenti: sta parlando delle questioni giuridiche che hanno ridisegnato la classifica della sua squadra, salvatasi all’ultimo respiro grazie a un pronunciamento della Corte d’Appello? “Mi riferisco certamente anche quell’episodio, ma non dimentico neppure l’amarezza per la sconfitta a tavolino comminataci nella seconda giornata del girone di andata, quando la nostra vittoria sul campo ottenuta contro il Bollate per 1 a 0 era stata trasformata dal Giudice Unico in una sconfitta a tavolino, a mio avviso a seguito di un errore di giudizio. Non ricorremmo in appello perché si era all'inizio del campionato e non volevo sinceramente rischiare 1.200 EURO, una cifra importante per ogni società sportiva che si rispetti. Con il senno di poi mi pento di non averlo fatto, anche perché con quella vittoria, ingiustamente sottrattaci, noi saremmo stati matematicamente salvi senza bisogno del ricorso. Non nego che anche questo sia uno dei motivi che mi hanno indotto a dimettermi”.

Ok, ma ora si può dire che la giustizia sportiva vi ha ridato quello che vi era stato tolto. “Un momento, non è che noi abbiamo ricevuto dei favori da nessuno o, come ho sentito dire da qualcuno, siamo stati scorretti: abbiamo solo voluto far rispettare una normativa federale che è chiarissima e che i nostri contendenti avevano contravvenuto. Non capisco: se Bollate fa valere il mancato rispetto di una normativa per vincere una partita, tutto va bene. Se lo facciamo noi, che siamo palesemente danneggiati dalla mancata denuncia di un terzo (e non poco, c’è di mezzo una retrocessione!) siamo antisportivi. Roba da matti!”.

Tuttavia alcuni sostengono che la posizione del non-ASI oggetto del vostro ricorso, ovvero Chacon, fosse già nota e avrebbe dovuto essere segnalata prima. “Ho sentito anche questa: come me e il mio staff, anche altre squadre del campionato non si sono accorte dell’errore sino a che non abbiamo analizzato con cura le carte. Io mi assumo la responsabilità di questa grave dimenticanza con le dimissioni, mi attenderei atteggiamento analogo da parte di tutte quelle altre dirigenze che ci stanno criticando e che non hanno tutelato gli interessi della propria squadra. E poi… va bene prendermi tutte le tirate d’orecchie che volete per la scarsa vigilanza operata, ma farmi dare dell’antisportivo, mi spiace, quello no! Chi è più antisportivo tra chi schiera per tutto il campionato un giocatore non-ASI qualificandolo come tale e chi invece fa semplicemente notare questo fatto? No cari miei, non ci siamo. Qualcuno mi faccia scendere perché su questo tram non ci voglio più stare”.

Quindi la sua è una decisione irrevocabile. “Assolutamente. Resterò certamente a dare una mano alla società, ma non più con ruoli dirigenziali di primo piano''.