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I primi 40 anni della cooperativa Iniziativa Due

Novara - Iziativa Due, la Cooperativa Novarese che si occupa di persone disabili, mercoledì 9 dicembre compie 40 anni di attività! All’Arengo del Broletto si sta preparando un pomeriggio di festa per sottolineare l’importanza di questo “traguardo”. Queste le parole del presidente Gianni Bolchini, che riassumono la storia della cooperativa: "La storia di Iniziativa Due nasce quaranta anni fa, era il 9 dicembre di un ormai lontano 1975, con l’intenzione di essere risposta concreta ai bisogni di un gruppo di disabili adulti, con handicap psichico di livello elevato. La scelta di questo ambito di intervento aveva allora motivazioni precise, valide ancora oggi: tra i disabili la categoria più esposta agli abbandoni è infatti proprio quella di chi ha problemi a livello psichico e quindi non è in grado di far valere i propri desideri ed i propri diritti; la fascia dell’età adulta poi è quella che strutturalmente gode di interventi insufficienti, a differenza di quanto bene o male esiste per l’età scolare; il livello elevato di handicap infine è stato privilegiato perché risulta essere il più bisognoso di aiuti ed il meno gestibile dalla famiglia. Nel concreto si è offerto a questi giovani un posto accogliente dove ritrovarsi ogni giorno e tentare insieme la difficile avventura di una vita degna di questo nome, puntando ad alcuni traguardi essenziali: - la conquista di piccole autonomie personali, indispensabili per “cavarsela” nella vita di ogni giorno; - la capacità di mettersi in rapporto con gli altri, imparando ad esprimersi, ad ascoltare, a collaborare, a scegliere; - la capacità di “sentirsi” e di “essere” persone adulte, con interessi, desideri, responsabilità, abilità e limiti, problemi e sogni, come tutti. Obiettivi apparentemente semplici, ma in realtà estremamente complessi, tanto da richiedere un lavoro lungo, faticoso e… senza fine. Nel tempo sono così nate due comunità diurne, affiancate da tutta una serie di altre iniziative: un piccolo esercizio commerciale, una sede idonea a interventi temporanei di “emergenza residenziale” per far fronte a difficoltà familiari; esperienze di formazione professionale e di inserimento lavorativo; attività di promozione, di sensibilizzazione e di autofinanziamento. Il tutto allo scopo di concorrere alla realizzazione di quegli obiettivi di cui si è parlato in precedenza e che qui si possono riassumere con i termini: accoglienza, assistenza, riabilitazione ed inserimento. Per percorrere questa strada e per cercare, in decenni di lavoro, di costruire il nostro “sogno”, si è da sempre puntato su due distinte caratteristiche. Innanzitutto sulla convinzione e sull’entusiasmo di chi ha creduto e crede in questo progetto e vi contribuisce perciò nei modi più diversi, secondo le proprie capacità e le proprie possibilità. In secondo luogo sulla professionalità di operatori qualificati, che al di là delle buone intenzioni fossero in possesso di quelle competenze necessarie per tentare di rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi. Ed è indubbio che proprio l’insieme di questi due aspetti, volontariato e professionalità, idealità e competenze, ha reso possibile alla storia di Iniziativa Due di durare nel tempo, di   offrire buoni risultati e di diventare una realtà “credibile”, anche agli occhi di un   territorio non sempre particolarmente attento alle problematiche sociali. La gestione di questi servizi è stata da sempre problematica anche sotto l’aspetto economico. Chiaramente la voce principale dei costi è imputabile al personale di tipo educativo, la cui presenza è indispensabile e può essere affiancata ma non sostituita da supporti volontari. Altre voci però risultano essere significative nel determinare la rilevanza dei costi: trasporti, mensa, materiali ed attrezzature, gestione strutture… Ciò che poi da sempre ha complicato il cammino di Iniziativa Due sono le richieste di aiuto, che fanno toccare con mano il divario tra bisogni esistenti e risposte offerte dai servizi presenti sul territorio. E poiché i bisogni sono di tipo primario e sono rappresentati da famiglie che senza aiuti “non ce la fanno più”, troppo spesso ci si è trovati nella necessità di offrire almeno qualche parziale risposta, anche quando non ce ne sarebbe stata la possibilità. Proprio per questi motivi la Cooperativa si è sempre attivata per reperire risorse da investire in servizi. Ciò è stato fatto percorrendo soprattutto tre strade: -  la realizzazione di iniziative di autofinanziamento, organizzate e gestite da volontari (vendita biglietti augurali, marcia, realizzazione spettacoli…); -  l’effettuazione di attività lavorative “conto terzi”, in particolare nel campo della manutenzione del verde (detratti i costi, gli utili rappresentano una “entrata”         significativa); -  l’ottenimento di donazioni a titolo di liberalità da parte di Enti, Istituzioni e privati cittadini che, conoscendo il nostro lavoro e ritenendolo meritorio, hanno deciso di sostenerlo in modo concreto. Le risorse sopraindicate, unite ai proventi da rette faticosamente ottenute dall’Ente pubblico, servono a far quadrare bilanci sempre molto difficili. Questa è la realtà che da tempo si protrae e che ha assunto l’aspetto delicato di una continua rincorsa “per riuscire a farcela”, calcolando bene ciò che è possibile realizzare per non trovarsi poi nell’impossibilità di sostenerne gli oneri, ma contemporaneamente scegliendo di “non fare troppi calcoli”, laddove i bisogni non sono differibili. E con questa realtà, in qualche modo, abbiamo imparato a convivere, anche se nel tempo ci è spesso sembrata poco accettabile: mentre speravamo infatti che la stabilità della nostra esperienza ci potesse garantire sostegni più consistenti, abbiamo invece scoperto che il “durare nel tempo” creava più stanchezza e abbandono, che non solidità di attenzioni. Purtroppo però negli ultimi anni si è aggiunta una problematica nuova che, a quelle indicate in precedenza, si sovrappone, le complica e in qualche misura le rende ingestibili. E’ una problematica che in sé ha, tra l’altro, delle motivazioni positive, ma poiché nessuno la recepisce, si sta trasformando in un problema per il quale non intravediamo soluzioni. Ecco di che cosa si tratta. Come si è detto, sono passati tanti anni da quando la nostra storia è iniziata e proprio grazie alla nostra presenza (ecco l’aspetto positivo), molte famiglie ce l’hanno fatta e molti nostri “ragazzi” sono cresciuti in piccole autonomie ed in capacità, riuscendo così ad evitare abbandoni e ricoveri. Ma passando il tempo (ed ecco il problema), la famiglia di appartenenza è invecchiata ed in qualche caso proprio non esiste più. Tuttavia queste persone hanno comunque la possibilità, il bisogno ed il diritto di continuare a vivere. Però, se i genitori sono molto anziani o se non ci sono più, ciò di cui esse hanno bisogno aumenta a livello quantitativo e cambia a livello qualitativo. E se da un lato è bello constatare che per loro potrebbe diventare realtà quel “futuro” che anni fa, quando le abbiamo incontrate, pareva un impossibile sogno, dall’altro è ancor più disperante accorgersi come queste possibilità sono di fatto negate dalla mancanza dei servizi necessari. Iniziativa Due, alla luce di queste necessità, ha modificato gli interventi, li ha ampliati ed ha reso possibili esperienze di permanenza a casa propria di disabili senza famiglia, nonché supporti maggiori in quelle situazioni dove ancora la famiglia c’è, ma è compromessa od è costituita solo da genitori anziani. Tutto questo però ha dei costi. Dunque alle vecchie difficoltà di cui in precedenza si è parlato, si è ora sommata questa nuova esigenza, la cui gestione diventa estremamente problematica. E sul piano dei sostegni pubblici, l’unica ipotesi di risposta che al riguardo viene prospettata rimane, sempre e solo, “il ricovero”. Ecco dunque la situazione ed il senso, al momento presente, del nostro lavoro. Continuiamo a gestire due comunità per disabili, all’interno delle quali vi è la compresenza di gruppi di giovani e di gruppi di utenti più anziani. Cerchiamo di dare risposte almeno parziali alle richieste di aiuto che riceviamo. Questa accoglienza, anche di nuove persone, è però secondaria rispetto allo sforzo di garantire la permanenza sul territorio, a casa loro, di quei disabili che da più tempo ci sono affidati. Al fine di rendere possibili questi obiettivi continuiamo a tenere vive le altre attività, di cui in precedenza si è parlato, volte da un lato a rendere più attiva e motivata la vita dei nostri “ragazzi”, e dall’altro volta a reperire le risorse necessarie. La speranza che ci sorregge, ormai prossimi al nostro quarantesimo compleanno, è quella di poter continuare a trovare risposte ai problemi vecchi e nuovi che ci assillano, al fine di essere ancora una “garanzia di futuro” per chi vive a Iniziativa Due".