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Libera: La vicenda dell'ex presidente del Novara Calcio riguarda tutti noi

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Libera Novara: "La denuncia per ricettazione dell'ormai ex presidente del Novara calcio, fermato in auto a Locri, pone una serie di interrogativi a cui daranno risposta la magistratura e le forze dell'ordine. Occorre però fare una valutazione di quanto accaduto che vada al di là della semplice cronaca giudiziaria e abbracci una dimensione sociale e culturale. Dal giorno del fermo di Cianci si sono levate voci, provenienti da vari ambienti che hanno sostenuto due cose: 1) la proprietà della squadra deve andarsene al più presto 2) Novara non si merita quanto accaduto. La prima richiesta è comprensibile, soprattutto dal punto di vista dei tifosi che hanno l'unico interesse di vedere la squadra del cuore ben figurare in campionato. Ma siamo sicuri che questa sia la prospettiva giusta? E' tutto ciò che abbiamo da dire su un fatto come quello accaduto? Non ci si dovrebbe interrogare invece sul senso del rapporto tra business e attività sportive e sulle condizioni nella quale agisce e si muove l'imprenditoria oggi? La questione dell'orgoglio cittadino, anch'essa comprensibile, non deve farci dimenticare che la città è il frutto delle azioni e della vita dei suoi cittadini, e di coloro che operano nella realtà novarese. Se da anni le cronache e i magistrati ci suggeriscono di considerare con attenzione quanto avviene sul territorio della provincia e se gli eventi sono conseguenza dei comportamenti individuali, allora quello che è accaduto non è una ferita all'orgoglio cittadino ma un segnale d'allarme che la città deve raccogliere. È indispensabile un cambiamento di prospettiva e di mentalità non solo nel mondo sportivo, ma nei luoghi che più contano per il governo del capoluogo e della Provincia: i partiti politici, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, le istituzioni sociali, civiche e religiose. Dobbiamo ricominciare a farci e a porre domande, a seminare dubbi, a pretendere risposte. Soprattutto oggi, dopo quello che abbiamo passato e quello che ci attende, cambiare noi stessi per essere più attrezzati contro i pericoli, sarebbe un segnale d'orgoglio e di speranza per la città. Le nostre organizzazioni, nel loro piccolo, sono a disposizione di cittadini, organizzazioni e istituzioni per fare la propria parte".