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Giornalisti a prova di social con gli esperti di Fondazione Carolina

Per la prima volta un evento per l’aggiornamento professionale dei giornalisti sarà accessibile a tutti
Ivano Zoppi

Oleggio - “Essere parte della comunità significa conoscerla e saperne interpretare i cambiamenti, soprattutto alla luce delle grandi trasformazioni sociali imposte della pandemia”. Una lezione di vita che vale anche per la dimensione digitale, al centro della socialità delle nuove generazioni”. Così il Segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi, introduce il primo evento di aggiornamento professionale dell’Ordine dei giornalisti in streaming su Facebook e Yuotube (canale di Fondazione Carolina). Si intitola: “La Tutela dei minori nell’era digitale e il ruolo dell’informazione ai tempi del Covid” e sarà fruibile trasmesso in diretta sulle pagine Facebook di Fondazione Carolina e “Cuore e Parole Onlus”, le due No Profit partner che hanno promosso l’evento organizzato dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte in collaborazione con Cammino Novara, associazione a tutela dei diritti della persona, della famiglia e dei minorenni.

L’Iniziativa, fissata per il prossimo lunedì 15 febbraio, dalle ore 15, ha suscitato l’interesse del Ministero dell’Istruzione e della Commissione Europea, che hanno inserito il webinar tra gli eventi ufficiali del calendario del “Safer Internet Centre”, il progetto internazionale di cittadinanza digitale, rilanciato ogni anno in questo periodo, in occasione della Giornata internazionale per la Sicurezza in Rete. In questa partita un ruolo fondamentale lo giocano proprio i media; non solo nell’ambito delle nuove tecnologie, ma anche nella comunicazione più tradizionale. La logica, infatti, è quella del doppio binario: da una parte la sensibilizzazione verso tutti gli adulti con responsabilità educativa sull’importanza della “parola” nella costrizione delle proprie relazioni e della propria identità; dall’altra la responsabilità di informare che soltanto una corretta gestione della notizia può garantire. “Le prime vittime delle fake news sono proprio i ragazzi, che spesso non hanno gli strumenti per verificare, confrontare, interpretare le notizie che, in modo sempre più scarno, li raggiungono sul web”, continua il responsabile di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi (foto).

“Anche gli avvocati hanno dovuto gestire l’impatto del linguaggio e della cultura digitale nel panorama giuridico”, osserva la presidente di Cammino Novara Anna Livia Pennetta. “Il processo Carolina ha stabilito che il cyberbullismo non può essere relegato a semplice ragazzata - aggiunge il legale di Paolo Picchio. “Una nuova consapevolezza che rilancia il grande ruolo delle istituzioni a salvaguardia dei minori, anche in ambito educativo”, rimarca l’Avvocato Pennetta. Non a caso, all’interno dell’incontro formativo è previsto un contributo della procuratrice Emma Avezzù, procuratore presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte de la Valle D’Aosta. 

Dopo i saluti iniziali del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, il programma prevede anche gli interventi della Garante infanzia e adolescenza Piemonte, Ylenia Serra, e della referente del Nucleo di prossimità della Città metropolitana di Torino, Anna Chiarle.

“Una volta i giornalisti erano il tramite tra i fatti che accadevano nel mondo e le notizie che venivano riportare”, osserva il prescindere onorario di Fondazione Carolina, Paolo Picchio. “Con la diffusione degli smartphone, oggi tutti possono dare una notizia, ma ci vogliono le giuste competenze per garantire il rispetto delle privacy, dell’immagine, della reputazione e delle tante sensibilità - sottolinea il papà di Carolina - che possono essere condizionate dalla sua diffusione”.

Proprio l’immagine di Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, otto anni fa fu estrapolata dai social e pubblicata sulle pagine dei giornali, in edicola e nella Rete. “Oggi - conclude papà Picchio - quella stessa immagine è il simbolo della lotta a tutte le ingiustizie sul web, perché il sorriso di mia figlia è riuscito a confortare migliaia di ragazzi, che ci scrivo ogni giorno per sostenete la nostra battaglia educativa”.