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Minori sul web: per i genitori corre l’obbligo di vigilanza

Vincenzo Guarino

TrecateL'accesso alla rete è sempre più precoce e scende l'età di chi commette fatti illeciti on-line. Nei tribunali infatti aumentano le pronunce che riconoscono i danni alle vittime e condannano chi ha il dovere di educare. Questa la situazione attuale: ragazzini che creano profili diffamatori o condividono on-line contenuti intimi, senza il consenso della vittima. E quindi genitori sempre più spesso chiamati in giudizio per rispondere dei danni causati dai propri figli, utilizzando i social network o comunque Internet. È uno degli effetti patologici dell'accesso alla rete e alla tecnologia che emerge analizzando le più recenti decisioni dei giudici. L'accesso alla rete e dei dispositivi elettronici da parte dei minorenni è sempre più precoce: lo rivelano gli studi condotti negli ultimi anni da diverse fonti. A partire dall'organizzazione Save the children, come riporta Il Sole 24 Ore, che nel 2023 ha dedicato ‘ai tempi digitali’ il suo atlante dell'infanzia, da cui emerge che il 44,6% dei minori tra i 6 e i 10 anni ha dichiarato di connettersi a Internet quotidianamente.

Secondo le rivelazioni Istat il 36,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni è on-line con gli amici continuamente o più volte al giorno. Mentre tra i 14 e i 16 anni la quota cresce al 52,4%. È in crescita altresì il fenomeno del cyberbullismo (cioè atti di tipo offensivo, che consentono ai bulli di perseguitare le vittime con messaggi, immagini o video). A fronte di tale realtà è opportuno è necessario l'obbligo di vigilanza dei genitori e la responsabilità per ‘Culpa in educando’ è difficile da escludere. Inoltre va considerato che più scende l'età di accesso ad Internet, maggiore è il dovere (dei genitori) di controllo.

Né i genitori possono far valere le loro insufficienti competenze informatiche per liberarsi dalla presunzione di colpa: lo ha dichiarato il Tribunale di Brescia che, con la sentenza 879 del 4 marzo scorso, ha condannato a risarcire 15 mila euro di danni i genitori di una ragazza con lieve ritardo intellettivo che aveva creato vari profili fake, tramite i quali aveva insultato ripetutamente una compagna di classe, pubblicando anche foto pornografiche con un software di manipolazione delle  immagini. Mentre il Tribunale di Pescara (sentenza 601 del 22/4/2024) ha chiamato i genitori a rispondere delle telefonate moleste fatte dalle figlie minorenni a una coppia di coniugi. Per il Tribunale lasciare ai figli di quell'età schede Sim senza controllo, né mediante visione delle chiamate, né tramite la verifica dei tabulati delle telefonate in uscite, integra una responsabilità per ‘culpa in educando’. Le due ragazze in questo caso avevano utilizzato i telefoni cellulari anche in orari notturni, quando avrebbero dovuto essere sotto il controllo diretto dei genitori.

Un invito quindi a quanti leggeranno queste esposizioni di farsi portavoce anche presso i loro parenti e amici, affinché questa piaga sempre più dilagante quantomeno possa raggiungere valori sempre più bassi degli attuali. Come genitori quindi dobbiamo impegnarci e parlarne con i nostri figli e nipoti, per far comprendere loro il pericolo anche economico cui i loro genitori possono incorrere. Quindi più vigilanza, controllo e obbligo di educazione.

dott. Vincenzo Guarino