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Beatificazione di don Giuseppe Rossi

Novara - Nella mattina di lunedì 13 aprile, nel palazzo dei vescovi di Novara, si è tenuta una conferenza stampa di presentazione delle iniziative per la celebrazione della beatificazione del martire don Giuseppe Rossi (ucciso in odio alla fede da una brigata fascista il 26 febbraio 1945) che si terrà nella cattedrale di Novara il 26 maggio 2024. Erano presenti il vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla; il cancelliere della diocesi di Novara e responsabile della segreteria organizzativa don Fabrizio Poloni; il delegato vescovile per la causa di beatificazione padre Marco Canali; don Fabrizio Cammelli, parroco di Castiglione Ossola (luogo del martirio di don Rossi) e don Fausto Giromini, parroco di Varallo Pombia (paese natale di don Rossi).

Il senso del martirio di don Giuseppe

A presentare la figura del martire è stato il vescovo Franco Giulio, dopo aver ripercorso brevemente l’iter del processo canonico di beatificazione. «Don Giuseppe – ha detto -  ha vissuto il momento del martirio come aveva vissuto tutta il suo ministero. Non era mosso da motivazioni politiche, ma dal Vangelo. Un esempio di fede vissuta nel quotidiano, anche in quei momenti drammatici della Secondo Guerra Mondiale e della guerra di liberazione. Quello che ha fatto per quasi due anni dopo l’8 settembre, l’ha vissuto nel breve volgere di un giorno, pronto semplicemente a pagarlo con la propria vita. Per proteggere la sua gente al prezzo della stessa esistenza!».

La celebrazione in cattedrale

I dettagli organizzativi della celebrazione sono stati presentati da don Poloni.

 La celebrazione sarà presieduta in rappresentanza del Santo Padre, dal prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro domenica 26 maggio alle ore 16 nel duomo di Novara.  Concelebreranno mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara con il metropolita  arcivescovo di Vercelli  mons. Marco Arnolfo, e il Segretario del medesimo Dicastero, mons. Gianpaolo Rizzotti. È già annunciata la presenza di altri vescovi e di circa 150 sacerdoti. I fedeli che ad oggi hanno segnalato la propria presenza sono circa 1300.

Per garantire la possibilità a tutti di seguire la celebrazione verrà messa a disposizione anche la Basilica di San Gaudenzio, dove il rito verrà trasmesso in streaming, garantendo la presenza di sacerdoti per la distribuzione della comunione.

«Si tratta – ha detto don Poloni – di un lungo e impegnativo lavoro, iniziato oltre 20 anni fa con l’apertura della fase diocesana del processo di beatificazione, voluta da mons. Renato Corti, e passato attraverso diverse fasi, sia in diocesi, sia presso il competente Dicastero della Santa sede. Un lavoro che ha impegnato più di tutti la Postulatrice, Francesca Amedea Consolini, e il Relatore presso la Santa Sede Padre Vincenzo Criscuolo, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini entrambi presenti alla beatificazione».

«All’organizzazione della beatificazione – ha aggiunto Poloni - stanno partecipando diverse realtà del territorio diocesano, cui va la gratitudine della diocesi». Tra queste le associazioni di volontariato Croce Rossa Italiana; l’Associazione Novara-Soccorso; gli alpini dell’Associazione Nazionale; gli Scout e l’Oftal «ben nota per l’assistenza dei malati nei pellegrinaggi a Lourdes».

 Tra le istituzioni ringraziate la Prefettura di Novara e quella del Vco; il Comune di Novara; il Comune di Varallo Pombia e il Comune di Calasca-Castiglione.  «Un grazie, poi al Seminario dell’arcidiocesi di Milano per la fornitura dei paramenti liturgici per i sacerdoti concelebranti; alla Stampa Diocesana Novarese per la collaborazione nella realizzazione delle pubblicazioni sulla vita e sul martirio del beato; e a Vco Azzurra Tv per la disponibilità nel trasmettere la diretta della celebrazione».

All’indirizzo www.diocesinovara.it/indicazioni-sulla-beatificazione-di-don-giuseppe-rossi/, tutte le informazioni su come partecipare e su come segnalare la propria presenza.

Le celebrazioni di ringraziamento

Dopo la beatificazione, in diocesi si terranno due celebrazioni di ringraziamento presiedute dal vescovo Brambilla, occasione per partecipare anche per i fedeli che non potranno essere a Novara. Ne hanno dato comunicazione i parroci don Giromini e don Cammelli durante la conferenza stampa:

Domenica 9 giugno a Varallo Pombia, in chiesa parrocchiale, alle ore 11.15;

Domenica 30 giugno a Calasca, nella cattedrale tra i boschi, alle ore 16.00.

Pubblicazioni e materiali per accompagnare alla beatificazione

Per accompagnare alla beatificazione e per contribuire a diffondere la conoscenza della figura del martire don Giuseppe Rossi, la diocesi ha preparato alcune proposte e pubblicazioni, presentate da don Canali.

La biografia ufficiale “Don Giuseppe Rossi. Icona di un parroco martire”, a cura di padre Marco Canali e Andrea Gilardoni.

La biografia illustrata per i ragazzi “No, non me ne vado. Don Giuseppe Rossi e il coraggio della fede”, con testi di don Gianluca De Marco e illustrazioni di Alessio Caviggioli.

L’antologia degli scritti del beato (edizione in digitale)  “Tu ci rialzi con la tua mano”, a cura di padre Marco Canali.

Su diocesinovara.it, poi un’intera sezione con audio, filmati e materiale scaricabile per l’animazione di incontri di approfondimento e preghiera nelle parrocchie.

La casa-museo e i pellegrinaggi

A Castiglione Ossola la parrocchia ha allestito una casa-museo dedicata al beato, con la ricostruzione della sua abitazione e con i suoi oggetti personali.

Una tappa dei pellegrinaggi e delle visite guidate sui luoghi del martirio organizzati dalla stessa parrocchia. Per informazioni è possibile scrivere al parroco don Cammelli a parrocchie.bassanzasca@gmail.com

Il profilo biografico di don Giuseppe Rossi

Don Giuseppe Rossi nacque il 3 novembre 1912 a Varallo Pombia, studiò nel Seminario diocesano e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1937 a 25 anni. Nel 1938 il vescovo lo nominò parroco di Castiglione Ossola, in Valle Anzasca, ove spese tutto il suo ministero pastorale fino alla morte, in un tempo quasi solo segnato dal secondo conflitto mondiale. Come pastore organizzò l’Azione Cattolica, la San Vincenzo per i più poveri, aiutò con le poche risorse le missioni, si spese per i giovani partiti per il fronte, scrivendo loro sovente.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, al periodo di sbandamento che seguì, don Rossi non parteggiò per nessuno, soffrendo con cuore di padre nel vedere i suoi figli combattersi in una lotta fratricida. Don Rossi venne ucciso barbaramente dai fascisti nella notte del 26 febbraio 1945, dopo che al mattino le milizie partigiane avevano attaccato la Brigata fascista “Muti”. Dopo otto giorni di silenzio tombale, uno dei militi fascisti, nel tormento del rimorso, si confidò con una ragazza del paese. Trovarono don Rossi nel vallone dei Colombetti sotto il paese, sepolto in una fossa che era stato costretto a scavare con le proprie mani; il cranio spaccato dal calcio di un fucile, una pugnalata alla schiena e il colpo di grazia in viso.

Il 22 settembre 1991, i resti di don Rossi, dalla natia Varallo Pombia, ove erano stati sepolti per volontà della mamma, furono traslati nella chiesa di Castiglione Ossola, ove riposano.