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Le parole fanno più male delle botte

Nelle librerie e sui principali store digitali è disponibile, edito da De Agostini, il volume firmato da Paolo Picchio

Novara - Da ieri, martedì 7 ottobre, nelle librerie e sui principali store digitali è disponibile “Le parole fanno più male delle botte”, edito da De Agostini. Il volume, firmato da Paolo Picchio, parte dalla storia della figlia Carolina e si sviluppa fino alla genesi della Fondazione a lei dedicata. Il libro si pregia della prefazione di Matteo Lancini e contiene appendice sintetica con Glossario sui principali pericoli/fenomeni online a cura del Comitato scientifico di Fondazione Carolina.

Un racconto in presa diretta, dal punto di vista del padre della prima vittima riconosciuta di cyberbullismo, che parte da quella tragica notte di inizio gennaio del 2013, ma che accompagna il lettore in un percorso di coraggio, consapevolezza e umiltà.

“Papa Picchio” ha scelto di fare un passo indietro, di uscire dalla logica esclusiva della testimonianza per seguire uno spirito di servizio, sostegno e cura. Da qui l’idea di una Fondazione nazionale dedicata al benessere digitale, capace di formare negli anni mezzo milione di studenti e di gestire, grazie al primo Pronto intervento Cyber circa 300 casi di violenza online negli ultimi 2 anni. Un percorso che, nel 2025 ha visto nascere il Centro Re.Te. per il Recupero Terapeutico di giovani e preadolescenti che avvertono disagio, dipendenza o ansia in relazione alle abitudini digitali.

La pubblicazione del libro si inserisce in un panorama istituzionale che in ambito italiano, europeo e globale si sta adoperando sul fronte normativo e legislativo, sociale e culturale per regolamentare la vita online delle giovani generazioni: dal nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) al dibattito sulla age verification, dalle disposizioni sull’uso degli smartphone a scuola all’introduzione dell’educazione digitale in ambito scolastico, fino alla valutazioni di nuove forme di reato in ordine alle condotte digitali.

Il caso di Carolina certamente è particolare. Caro era una leader, una ragazza vincente, magnetica, dalla gioia di vivere contagiosa. Ma all’epoca non c’erano precedenti. I social non erano neppure sui device. “Carolina fu la prima, la prima a lasciare un messaggio, un lascito di denuncia, ma anche di speranza, che Paolo Picchio ha coltivato in tutti questi anni, riassunti in queste pagine”, ha commentato Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina. “Il racconto di Paolo si concentra sul messaggio, più che sulla cronaca, ma a 12 anni di distanza dai fatti questo libro potrebbe sembrare un instant book”, continua Ivano Zoppi. Un paradosso che si spiega con le tante, troppe storie che si sono succedute in tutti questi anni a conferma delle conseguenze dell’odio online sul benessere dei ragazzi.

Il Centro studi di Fondazione Carolina attesta che 3 ragazzi su 4, tra gli 11 e i 17 anni, sono stati coinvolti a vario titolo in episodi di bullismo o violenza online, come autori, vittime o testimoni. “Numeri che ci inchiodano ad una realtà che non riusciamo a guardare negli occhi. Invece di fare squadra, di fare sistema per il benessere dei minori, siamo arrovellati in un sistematico scaricabile. Dalla scuola alle istituzioni, dalle big tech alle famiglie”, osserva Ivano Zoppi.

Il volume è stato al centro di un incontro a Roma, presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama, su iniziativa della Senatrice Lavinia Mennuni, prima firmataria del disegno di legge 1136 “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale”. Oltre ai giornalisti e agli operatori dell'informazione, il dibattito ha coinvolto anche i rappresentanti delle big tech, in questi giorni fortemente sollecitati sul fronte della sicurezza digitale.

“È in atto un tutti contro tutti che passa sulle teste dei nostri giovani, che il mondo adulto si lamenta di non riuscire a intercettare, comprendere, gestire”, osserva il Segretario generale di Fondazione Carolina. “All’incontro preferiamo lo scontro, alle regole condivise preferiamo i divieti, al dialogo le punizioni. Ecco perché i ragazzi affidano ai social e ai Chat bot le loro fragilità, emozioni e relazioni confinate nell’habitat digitale. La realtà - precisa Ivano Zoppi - è che non vedono l’ora di parlare con noi, di cercare un confronto per disporre di uno spunto, un aneddoto, un supporto che li possa aiutare in questo viaggio incredibile che si chiama crescita”.

Non a caso l’opera si rivolge agli studenti, dalle Secondarie di primo grado in poi, ma potrà rappresentare un valore aggiunto in ambito educativo, genitoriale e scolastico. Dalle prossime settimane il volume sarà utilizzato come strumento formativo per le attività di Fondazione Carolina, a disposizione del Tavolo tecnico sul cyberbullismo, coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, per il contrasto e la prevenzione del fenomeno. “Questo libro - conclude Ivano Zoppi - è la prima pietra di un nuovo percorso, aperto a tutti. La strada è in salita, non c’è dubbio, ma se ci liberiamo dei luoghi comuni, se smettiamo di parlarci addosso e ci mettiamo finalmente in ascolto, sulle frequenze dei nostri ragazzi, allora questa impresa sarà davvero possibile”.

Paolo Picchio: "Mia figlia lo scrisse, prima di saltare nel vuoto: “Il Bullismo, tutto qui? Siete così insensibili?”. Ecco, da quel gennaio del 2013 tutti sanno che il bullismo non è una ragazzata, né tantomeno un ostacolo che dobbiamo mettere in conto nel percorso di crescita dei nostri figli. Lo dicono le leggi ispirate e dedicate a mia figlia, lo hanno stabilito i processi, lo attestano ogni giorno le richieste di intervento che Fondazione Carolina riceve dalle scuole, dagli oratori e dai centri sportivi di tutta Italia". 

"Nel Maggio 2017 - prosegue Picchio - l’Aula della Camera dedicò a Carolina la prima legge in Europa in materia di cyberbullismo. Poteva essere la fine di un percorso, cinque anni dopo la perdita di mia figlia. Invece quel giorno fu l’inizio di un viaggio che in un solo anno portò alla costituzione di Fondazione Carolina. Il libro racconta tutte le emozioni, le paure e gli incontri che si sono tradotti in servizio, ascolto e cura per migliaia di ragazze e ragazzi. Eppure non basta, perché ogni vita spezzata mi riporta nel buio di quella notte di inizio 2013. Questo libro è scritto per i ragazzi e per le famiglie, ma è anche un appello alle istituzioni e agli addetti ai lavori, perché possano trovare nelle parole e nel sorriso di Caro la stessa motivazione che ha portato un semplice papà ad incontrare mezzo milione di ragazzi. Un solo abbraccio scambiato con loro vale più 1000 like".

La sen. Lavinia Mennuni (componente Commissione Infanzia e Adolescenza): "Presentare in Senato il libro di Paolo Picchio, ispirato dalla storia di sua figlia Carolina, ha una valenza straordinaria. Il messaggio della prima vittima riconosciuta di cyberbullismo è stato raccolto da una Fondazione che gratuitamente forma, sostiene e cura ogni anno 100mila studenti. Giovani e giovanissimi in balia di un mondo digitale in cui spesso i valori universali del rispetto e dell’ascolto non trovano cittadinanza. Questo libro racconta l’impresa silenziosa di un padre, che ha avuto l’umiltà di circondarsi di persone, competenze e strumenti in grado di portare avanti la sua battaglia. Se la storia di sua figlia ha ispirato il mio impegno politico, lo straordinario racconto di “papà Picchio” rappresenta un’occasione unica per riflettere e confrontarsi su quali strumenti e politiche possiamo mettere in campo per disciplinare e tutelare la presenza in Rete delle nuove generazioni".

Annachiara Tassan (direttrice editoriale De Agostini): "Siamo onorati di essere l’editore che ha potuto raccontare per la prima volta la storia di Carolina. Per questo ringraziamo Paolo Picchio e Fondazione Carolina per averci scelti. De Agostini è impegnata da sempre a pubblicare libri per ragazzi con un alto valore educativo. Le parole fanno più male delle botte racchiude un messaggio che abbiamo accolto con grande rispetto: questo libro, infatti, non è solo un atto di memoria, ma la testimonianza coraggiosa di un padre, una voce di speranza per tutte le ragazze e ragazzi esposti ogni giorno alla violenza online".

L’opera, firmata da Paolo Picchio, è incentrata sulla storia della figlia Carolina, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo e sulla genesi di Fondazione Carolina. Un racconto in presa diretta, dal punto di vista del padre, ma che riporta il contesto e quel comune sentire che perimetra e, per certi versi, ancora condiziona, la percezione del mondo adulto sulla sicurezza online delle nuove generazioni.

La necessità di tornare ad educare, tanto più nella società digitale, e il bisogno di supporto adeguato e continuo a fronte della crescente diffusione della violenza in Rete e delle sue molteplici declinazioni passano dal viaggio di questo padre, che in principio si spende in prima persona per sensibilizzare e testimoniare i rischi legati all’uso distorto e inconsapevole del web, per poi comprendere che a questi ragazzi serviva una struttura più articolata, per garantire la presenza di professionisti ed esperti dedicati, funzionali ad accogliere e a rispondere ad un malessere che non poteva più essere affidato ad incontri sporadici.

Di qui il racconto della nascita di Fondazione Carolina, dedicata ai ragazzi, alle famiglie e alla comunità educante, in grado di dialogare e collaborare con le istituzioni e i giganti del web. Tutto questo passa dalla vicenda umana, dagli incontri e dai pensieri di Paolo Picchio. Dal dolore all’impegno civile, dalla disillusione alla rinascita attraverso la lettera di Carolina. Fino all’apertura del nuovo Centro ReTe, per il Recupero Terapeutico dai disagi giovanili.

Un luogo colorato e innovativo, una casa dedicata al benessere dei ragazzi e dei preadolescenti, in cui Paolo immagina di vedere anche sua figlia Carolina. Non più come vittima di odio online, ma come pedagogista impegnata a dalla parte dei minori. Il mestiere che Caro avrebbe voluto fare da grande.

Circa 3 milioni di italiani soffrono di problemi di salute mentale, ma la fascia più esposta resta quella degli adolescenti: un ragazzo su 6, tra i 10 e i 19 anni presenta disturbi legati all’ansia e alla depressione.

Secondo il Centro studi di Fondazione Carolina, tre minori su 4 di età compresa tra gli 11 e i 17 anni sono stati interessati, direttamente o meno, in situazioni inerenti il malessere digitale.

L’Istituto superiore della Sanità ha rilevato 100mila giovani con diagnosi associate alla dipendenza da social media.

Considerando piattaforme streaming, chat e servizi online come e-commerce e betting, sarebbero almeno 700mila i teenager iperconnessi alla Rete, che rischiano di perdere il senso della realtà, confondendo e sovrapponendo mondo reale e dimensione digitale. Una conseguenza, quasi naturale, dell’uso distorto e inconsapevole degli strumenti digitali da parte degli adolescenti, che trascorrono anche più di 10 ore al giorno sul web.

Fondazione Carolina - Fondata da Paolo Picchio in nome della figlia Carolina per sensibilizzare, attraverso azioni di testimonianza e formazione, tutta la comunità educante sui rischi legati all’utilizzo scorretto e inconsapevole dei nuovi media. Nella mission di Fondazione Carolina rientra la formazione continua delle nuove generazioni e dei soggetti con responsabilità educativa.  Oltre ad azioni di prevenzione, Fondazione Carolina promuove, con il suo Centro studi, attività di ricerca per anticipare quei fenomeni che possono generare disagio a fronte di una cattiva esperienza digitale.

Il primo Pronto Intervento Cyber - Il Servizio Re.Te. (Rescue Team) mette a disposizione per i casi più gravi di cyberbullismo scolastico tre equipe multidisciplinari dislocate sul territorio nazionale (Nord, Centro e Sud) dalle competenze giuridiche, educative, tecniche e comunicative, offrendo supporto adeguato e tempestivo in tutta Italia. Un servizio innovativo, attivato nell’ambito di un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione nel 2018 per accompagnare le vittime, le famiglie e tutta la comunità coinvolta lungo la fase di emergenza e recupero.

Dati scientifici e attività - Oggi Fondazione Carolina coinvolge circa 100.000 ragazze e ragazzi in tutta Italia con progetti di educazione alla Cittadinanza digitale. Negli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025 il servizio REscue TEam attesta 278 interventi continuativi a supporto di studenti e famiglie su tutto il panorama nazionale.

Il Centro Re.Te - Nel 2025 è stato inaugurato il Centro Re.Te. dedicato al Recupero Terapeutico dei disagi giovanili: dipendenza da internet, ansia e ritiro sociale. Una casa, nel cuore di Milano, strutturata per il benessere degli adolescenti e dei giovani adulti. La struttura, innovativa e progettata a misura di adolescente, è caratterizzata da un approccio interdisciplinare che poggia sull’integrazione collaborativa di differenti competenze (educatori, pedagogisti, psicologi e psicoterapeuti, ricercatori, informatici e legali). Le attività sono animate da uno sguardo “olistico” teso al benessere psico-fisico e socio-relazionale dei minori e dei giovani.

Tra le azioni, si prevedono i seguenti servizi:

- sostegno psicologico individuale sia per i minori in fragilità sia per i familiari e gli adulti di riferimento;

- terapie e percorsi educativi di gruppo;

- esperienze aggregative e formative sul territorio (arte, laboratori creativi, sport, ippoterapia, teatro)

- attività di accompagnamento al reinserimento sociale per adolescenti sottoposti alla messa alla prova

- formazione per i docenti e gli operatori sociosanitari.

Ivano Zoppi, Segretario Generale di Fondazione Carolina, è membro del Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, istituito presso il Ministro dell’istruzione e del merito e della consulta per la prevenzione ed il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, istituito da Regione Lombardia e dall’Ufficio Scolastico della Lombardia.