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Novant'anni nella pianura padana del Novecento

Le memorie di Piero Bini nelle Elegie padane

Novara - S'intitola Elegie padane la trilogia di racconti del torinese di origini novaresi Piero Bini, che esce alla vigilia dei 90 anni come invito estivo a riscoprire il territorio piemontese, dalla campagna novarese che si rispecchia nelle risaie fino ai laghi Maggiore e d'Orta e al Cusio, tra Borgomanero, Gozzano e Omegna. Un’opera letteraria che intreccia memoria e narrazione, restituendo con tocco lirico e ironico la vita quotidiana, i paesaggi e i drammi sommessi della pianura padana del Novecento. Attraverso un linguaggio denso di evocazioni sensoriali e un tono che alterna la malinconia alla leggerezza, l’autore costruisce un affresco umano e storico che attinge sia alla memoria personale sia al patrimonio collettivo di una comunità rurale e postbellica. 

«Mi capita così, fin da ragazzo quando scoprivo il mondo intorno usando gli occhi ingenui di Verne o di Salgari. Nella mia presunzione – sono molto presuntuoso, come tutti i solitari – credo nella mia sensibilità, come a un amuleto infallibile» sono le parole di uno dei personaggi, alter ego dell'autore, alle prese con piccole e grande emozioni, tra le sponde dei laghi, le osterie della Bassa Novarese e i paesaggi della campagna piemontese.

Piero Bini, nato a Novara a metà degli anni trenta del Novecento, sfollò a Orta negli anni della guerra. Laureatosi in Medicina a Milano si trasferì a Torino per la sua professione di pediatra-psicologo. Spesso in missione all’estero. Amante della montagna e della vela, sentì di dover comunicare letterariamente le sue esperienze più vitali. Donerà la vasta biblioteca Bini-Bono al restaurato Palazzo Bono di Santa Cristina di Borgomanero. Con Interlinea ha già pubblicato Lo specchio dell'acqua.