Novara - Con la Stagione 2024 del Teatro Coccia di Novara prende il via un nuovo affascinante ciclo di incontri a ingresso gratuito, dedicato al Mito, declinato nelle sue infinite sfaccettature. Opera, che Mito!Conversazioni inedite tra musica e parola proprio nel segno del mito.
L’opera lirica, come è noto, è generatrice di spunti di riflessione, approfondimenti su temi del contemporaneo, è terreno di dialogo. Essa stessa si fonda su radici antichissime e archetipi, distinguibili, intellegibili, ripercorribili dal mito, generatore di trame per eccellenza. Dal mito si parte per mettere a confronto la musica, con la messa in scena di nuove partiture commissionate dal Teatro Coccia, e la parola, con grandi pensatori, scienziati, scrittori, storici del nostro tempo, per affrontare il tema mitico, partendo dalle opere in programma nel cartellone 2024, ma da più punti di vista.
Opera, che Mito!si avvale della preziosa collaborazione del Professor Giorgio Bellomo, curatore del progetto, esperto e studioso di Mitologia, che aveva già coinvolto i molti presenti all’anteprima dell’opera film Cassandra nel 2022; ed è organizzato in collaborazione con Università delle Tre Età di Novara eil Circolo dei Lettori di Novara, che proporrà ulteriori incontri che siano di avvicinamento agli appuntamenti in teatro.
Il calendario degli appuntamenti: Giovedì 18 Aprile alle 18.30 Gelosia – da Cavalleria Rusticana e Pagliacci,Giovedì 20 Giugno alle 18.30Amore e Morte – Da Aida, Giovedì 12 Settembre alle 18.30Amore Moderno – da La Rondine.
Al Professor Bellomo, al suo studio, alla competenza e alla sua enorme passione il compito di aprire gli appuntamenti e raccontare i Miti che meglio identificano i temi trattati: Cefalo e Procri per Gelosia, Filemone e Bauciper Amore e Morte, Calipso per l’Amore Moderno.
Tutti gli eventi si svolgeranno portando sul palcoscenico del Teatro Coccia una pluralità di voci e professionalità.
I “duelli dialettici” moderati dal Direttore del Teatro Coccia, Corinne Baroni, vedono impegnati studiosi e professionisti in ambito scientifico, forense e letterario e artisti della parola e della musica.
Nello specifico saranno Il Dottor Giorgio Omodeo Salè e la drammaturga e scrittrice Emanuela Ersilia Abbadessa “ad affrontarsi” sul tema della Gelosia, portante in Cavalleria Rusticana e Pagliacci, le opere di Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo in scena nel cartellone d’Opera del Teatro Coccia dal 10 al 12 Maggio.
Secondo appuntamento legato al tema di Aida di Giuseppe Verdi (in scena a Sordevolo dal 5 al 13 Luglio), e dell’Amore e Morte vede dialogare Vito Lo Re Musicista, Compositore e Direttore d’Orchestra e l’Avvocato Paolo Fortina.
La Rondinedi Giacomo Puccini in scena dal 27 al 29 Settembre racconta l’Amore Moderno e su questo tema si affronteranno ciascuno dal suo punto di vista lo studioso e scrittoreMatteo Nucci e il musicista e regista Marco Iacomelli.
Punti di vista originali, spunti di approfondimento, riflessioni che cederanno poi il passo a inediti momenti musicali e operistici. Gli appuntamenti infatti si completano e arricchiscono con tre brevi produzioni originali frutto del lavoro degli allievi dell’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO: dalla composizione, alla regia, dal cast all’esecuzione musicale.
Drammaturgia e libretti sono tutti a firma di Emanuela Ersilia Abbadessa.
Il primo appuntamento, Giovedì 18 Aprile, Cefalo e Procri vede protagonista la musica di di Davide Sebartoli, la regia è firmata da XueXu, in scena i cantanti Maria Teresa Federico e Okju Lee con ZitongWang, Yuze Zhang al pianoforte.
Cefalo è pensieroso. La bella Eos gli è apparsa e ha tentato di sedurlo ma quando lui ha rigettato l’offerta amorosa dichiarandosi per sempre fedele a Procri, Eos ha insinuato in lui il dubbio che la giovane non sia altrettanto onesta nei suoi confronti. Roso dalla gelosia, dunque, Cefalo si presenta alla sua sposa con le sembianze di un altro uomo, la corteggia con gioielli preziosi e Procri cede a quelle lusinghe. Deluso, Cefalo, affronta la moglie e l’abbandona per andare tra le braccia di Eos. Procri, pentita, parte per Creta dove Minosse, invaghitosi di lei, le regala una freccia infallibile e un cane che non manca la presa. Poi, costretta a fuggire anche da Creta per la gelosia di Pasifae, moglie di Minosse, assume le sembianze di Pterelao il Cacciatore, un giovinetto, e torna ad Atene. Lì, incontra Cefalo durante una battuta di caccia. Non vedendosi riconosciuta ma notando l’interesse di Cefalo per i due doni magici, dice che glieli cederà in cambio di una notte d’amore. Cefalo accetta e l’intimità svela al marito la vera identità del Cacciatore. I due si amano appassionatamente ma Procri teme che Cefalo abbia ancora un legame con Eos. Lo segue nel bosco e Cefalo, sentendo un rumore tra le fronde, Scaglia la freccia infallibile che uccide la moglie. Alla scoperta dell’orrendo delitto, pentito, si getta da una rupe invocando il nome della sua amata.
Secondo appuntamento di Giovedì 20 Giugno, Filemone e Bauci, porta sul palcoscenico del Teatro Coccia lamusica di Lorenzo Sorgi, regia di Vittoria Licostini, le voci di Eleonora Filipponi e Stefano Paradiso con ZitongWang e XiaoyingWang al pianoforte.
Filemone e Bauci sono sulla soglia della loro umile casa e pensano alla giovinezza passata e all’attuale povertà. Il tempo che resta loro è solo attesa della morte ma a consolarli c’è il fatto che moriranno insieme. Dentro casa si trovano due sconosciuti pellegrini a cui gli anziani hanno dato un tetto e del cibo. D’un tratto un boato rompe la calma e due voci tonanti rivelano che i pellegrini in realtà erano Zeus ed Ermes che, scesi sulla terra in sembianze umane, non avevano trovato alloggio presso nessuno e soltanto i due anziani avevano offerto generosamente la loro casa. I due anziani vengono magicamente condotti su un’alta montagna e la voce tonante di Zeus scatena la sua ira contro i Frigi. Tutto il paese ai piedi del monte viene distrutto tranne la capanna di Filemone e Bauci che viene trasformata in un tempio maestoso. Zeus dice ai vecchi che esaudirà qualsiasi loro desiderio. I due vecchi si stringono e non chiedono altro che di essere sacerdoti di quel tempio e morire insieme. I due vengono trasformati in piante, Filemone in una quercia e la minuta Bauci in un tiglio, uniti per il tronco.
Terzo e ultimo appuntamento, quello di Giovedì 12 Settembre, Calipso vede impegnati l’allievo di composizione Matteo Sarcinelli, per la regia Rui Ma, le voci di Marianna Mappa e Xiaonsen Su, JingyuShu, Yuze Zhang al pianoforte.
La bellissima Calipso, sulle rive del mare si sta pettinando quando scorge un naufrago sulla battigia e gli si avvicina. L’uomo è Odisseo, scampato ai flutti di Scilla e Cariddi. Appena i due si vedono scoppia la scintilla dell’amore. Si amano di un amore carnale e insaziabile e Calipso non vuole più lasciarlo andare mentre Odisseo sa di dover riprendere il mare per tornare a Itaca. Calipso gli offre l’immortalità se lui le resterà accanto ma Odisseo rifiuta: la nostalgia della sua terra e della sua famiglia è troppo forte. Calipso, convinta da un intervento divino, permette a Odisseo di partire, gli dà il legname per costruire una zattera, le provviste e gli indica le stelle che dovrà seguire per giungere a Itaca.
Rispetto agli allestimenti, questo il commento degli allievi di Regia impegnati nella produzione: “Le nostre regie andranno a mettere in risalto il senso di universalità del Mito, attraverso un utilizzo stilizzato e simbolico dello spazio, del costume e del movimento. Pochi elementi in scena: leggeri teli di tulle, ceppi di legno, rami, che richiamino la terra, l'aria, l'universalità dell'elemento naturale. Anche i costumi saranno in colori neutri sui toni del marrone, beige, grigio, bianco. I movimenti e i gesti non saranno naturalistici e quotidiani, ma bensì simbolici e stilizzati, legati alle caratteristiche archetipiche dei singoli personaggi. Da millenni l'uomo affida al mito i propri valori e le proprie contraddizioni, cercando di darsi delle risposte sul senso della vita e della morte, su cosa sia giusto e sbagliato, sulle imprese grandiose che possiamo compiere, ma anche sui limiti che non dovremmo mai superare. Riflessioni apparentemente usurate e poco stimolanti per il complicatissimo uomo moderno, sulle quali però è opportuno tornare, per ritrovare il nostro legame con la terra e con ciò che dentro di noi è antico e sacro. E soprattutto per ricordarci che, in quelle storie, noi siamo i mortali e non gli dei, e va bene così”.
I docenti AMO, Marco Taralli per Composizione, Tiziana Fabbricini per Canto, Claudia Mariano per Maestro Collaboratore e Deda Cristina Colonna per la Regia, Helenio Talato per Macchinista, Ivan Pastrovicchio per Luci, Silvia Lumes Sartoria e Rosalia Visaggio per Trucco e Acconciature sono garanzia di qualità e vero artigianato per queste nuove produzioni targate Fondazione Teatro Coccia.
Conclusione di ogni incontro è un inedito melologo ancora affidato al Professor Bellomo.
La Stagione 2024 del Teatro Coccia è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Comune di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione DeAgostini, Mirato SPA, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con Novara Dance Experience.
Accademia AMO si avvale del contributo di Techbau e GesiGroup.