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La corale nelle parole di Don Gilio Masseroni

don Gilio Masseroni

TrecateSabato 18 ottobre la corale San Gregorio Magno ha animato la messa in suffragio di don Gilio Masseroni, nel quinto anniversario della sua scomparsa. Figura importante che ha guidato la comunità parrocchiale dal 1972 al 2011. Sabato, durante l’omelia, sono stati ripercorsi alcuni momenti fondamentali della sua vita a Trecate, tra i quali il suo rapporto con la corale San Gregorio Magno. A lui, durante la celebrazione, sono stati dedicati brani delicati, come l’Ave Verum di Mozart, profondi quanto il Miserere e di grande forza quale l’Halleluja di Haendel.

Il legame con la corale ha radici lontane. Nel 1955 la Schola cantò nella parrocchia della beata Vergine Assunta a Gravellona Lomellina, dove era allora parroco don Gilio. Ancora in altre due occasioni venne richiesta la presenza del coro trecatese a Gravellona. Quando don Gilio giunse a Trecate fu il canto della Corale che diede inizio alla cerimonia di immissione in possesso del nuovo Arciprete.

In tutti questi anni ricordo le sue visite nella sede della Schola e anche le differenti prospettive che potevano sorgere con la direzione, ma era innegabile il profondo amore che lo legava a questa realtà musicale. Quando il maestro Trombetta mi propose di iniziare a scrivere un libro sulla vita del coro, capì che avrei dovuto chiedere il permesso al “signor Arciprete” per consultare l’archivio del bollettino trecatese. Il mio rapporto con don Gilio, fino ad allora era stato molto schivo. Era una figura che incuteva rispetto e chi, come me, lo aveva conosciuto quando era ancora bambina, faticava a rivolgersi a lui in modo confidenziale.

Molto timidamente gli domandai di poter visionare i bollettini e anche, visto che tanto dovevo chiedere, di poter fare qualche fotocopia. La sua risposta fu quella di offrirmi lo studio accanto al suo per poter lavorare con ogni comodità. Ne fui piacevolmente sorpresa.

Il secondo volume sull’attività del coro venne stampato grazie alla supervisione della professoressa Emilia Mauri Calcaterra e alla collaborazione con Eloisa Fragonara.

Quando il libro uscì le sue parole, nell’introduzione, esprimevano chiaramente il suo pensiero circa questa realtà musicale. 

“Un secolo. Cento anni di vita. È la storia della nostra Corale che, lasciando un’impronta che si fa memoria, ha diffuso la bellezza e la gioia del canto in tutto il Novecento… Una bellezza spirituale che vivifica i sentimenti e che, nonostante il limite dei momenti storici, sa sempre donare quella forza che vince la paura con la speranza. È il prodigio della musica”.

Grazie don Gilio.

 

Mariagabriella Di Giovanni