Trecate - Tra poco il sipario si alzerà, l’orchestra smetterà di accordare gli strumenti e il direttore alzerà la bacchetta. Avrà dunque inizio la magia dell’Opera. Quante volte mi è capitato di trovarmi sul palcoscenico a cantare, ma in questa occasione mi accomodo tra le rosee poltroncine del Coccia e svolgo il ruolo di spettatore, per questa Traviata dal sapore molto particolare. Si preannuncia spettacolare, per il cast, per le tecnologie immersive e per il debutto alla Regia di Giorgio Pasotti, il cui obiettivo è aprire il teatro d’opera ad un pubblico più ampio, senza tradire l’autore.“Ho cercato di lavorare per sottrazione facendo parlare l’opera, mettendomi al servizio di un testo musicale già ampiamente potente, di un autore che ho seguito, ma un passo indietro, facendomi accompagnare da professionisti che hanno da subito compreso lo spirito con il quale sono solito lavorare. Uno spirito di complicità e semplicità. Ho preferito far parlare l’opera, la musica, gli artisti. Far parlare Parigi, che di tutto il detto, rimane l’ispiratrice assoluta, città che porta in dote atmosfere, luoghi, sensazioni, colori che diventano, anzi sono, palcoscenico assoluto e perfetto del racconto, capace di fonderci in un insieme col pubblico, sospesi continuamente tra sogno e realtà”.
Silenzio. Inizia.
Da subito si percepisce una realtà che coinvolge tutti i sensi. Oltre alla musica, protagonista indiscussa, lo spettatore viene guidato e immerso, attraverso immagini dal forte impatto simbolico, lungo un percorso riflessivo sulla tragedia che si svolge. In questo viaggio le proiezioni video supportano, sottolineano e delineano, con grande impatto, le emozioni e i conflitti interiori dei personaggi. Sul palcoscenico gli effetti del visual designer Luca Attilii, si susseguono lungo tutto il melodramma passando dai dipinti di Parigi, ai richiami di Klimt, da una lussureggiante vegetazione, nella casa di campagna, alle candele della scena finale. I costumi, realizzati da Anna Biagiotti, si muovono leggiadri a sottolineare quell’atmosfera che sa di effimero delle feste e della cornice in cui vive e si muove la protagonista dell’opera. Con il procedere della trama l’ambientazione cambia, esplorando luoghi di lussuosa decadenza, rappresentati da sfondi ricchi di simboli visivi che ricordano l’opulenza della società in cui Violetta è intrappolata. Sopra ogni realtà visiva, però, ecco la musica e le voci. Quattro rappresentazioni e due diversi i cast, si alternano in scena Francesca Sassu e Alexandra Grigoras come Violetta, Francesco Castoro e Carlo Raffaelli come Alfredo, Mario Cassi e Marcello Rosiello come Giorgio Germont.
Preparati e convincenti anche i nostri coristi nel ruoli di Giuseppe, Cherubino Boscolo, un domestico di Flora, Silvio Giorcielli e di uncommissionario, Luigi Cappelletti. L’orchestra Vivaldi accompagna con precisione tutta l’opera, le mani del direttore, il maestro Alessandro Cadario, si muovono sicure tra la buca e il palcoscenico. Le voci splendide.
Pura emozione! Bravissimi. Il coro San Gregorio Magno, diretto dal maestro Mauro Trombetta, dimostra la sua profonda preparazione musicale, la grande professionalità e l’ esperienza sul palcoscenico propria dei grandi cori professionisti. Dalla platea si levano i consensi e io non posso trattenermi; così esprimo tutta la mia gioia e, al termine del secondo atto, quando il coro si presenta per gli applausi urlo “Bravi!”, ma non sono la sola. Questa Traviata, in scena da venerdì 26 a martedì 30 settembre, appaga in tutti i sensi. Dopo sei anni di assenza dal cartellone, il celebre titolo verdiano è tornato ad emozionare il pubblico novarese.
Mariagabriella Di Giovanni