Trecate - E’ notte inoltrata. Il pullman corre verso casa. Le ore sono quelle in cui si dovrebbe essere cullati tra le braccia di Morfeo, ma ancora ci si attarda con i commenti della serata, anzi delle serate appena trascorse. I visi dei coristi sono felici. La corale San Gregorio Magno ha affrontato un’altra prova impegnativa, sia dal punto di vista musicale, che logistico. Durante i lunghi viaggi di trasferimento i nostri sguardi hanno accarezzato i monti, le case, le piccole chiese arroccate sui pendii e quelle poste nel centro a difesa dei borghi. Poi i nostri occhi si sono posati sui corsi d’acqua e sui laghi le cui onde, leggermente increspate, luccicavano colpite dal sole.
Abbiamo toccato le sponde di “Quel ramo del lago di Como” assai caro al Manzoni, alla cui memoria sono state scritte le pagine che abbiamo poi eseguito il 4 e il 5 settembre. Il primo concerto si è tenuto a Piuro. Una serata intensa, carica di significato, per ricordare il 407° anniversario della frana che colpì il paese. Il nome deriverebbe infatti dal latino plorare (piangere) in ricordo di un'antica catastrofe, la frana del 4 settembre 1618, che distrusse l'antico borgo di Belforte. In memoria di quel tragico evento, giovedì 4 settembre, l’Area archeologica di Belfort si è trasformata in un palcoscenico straordinario per l’esecuzione del Requiem di Giacomo Puccini e la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, per soli, coro e orchestra. La prima dedicata alla scomparsa del Cigno di Busseto, la seconda scritta dallo stesso Verdi per onorare la memoria del grande scrittore A. Manzoni. La località suggestiva, il pubblico attento e partecipe, la musica grandiosa e spettacolare, e il suono delle campane di tutte le chiese, al termine dell’esecuzione, hanno toccato nel profondo i cuori dei presenti. Uno splendido evento musicale che, tra l’altro, rientrava tra quelli previsti nel progetto “Olimpiadi della cultura”, finanziato dalla Regione Lombardia, che mira a valorizzare il patrimonio storico, artistico e le identità locali dei territori coinvolti nei Giochi Olimpici e Paraolimpici Invernali del 2026.
Il giorno successivo la corale ha nuovamente lasciato Trecate, questa volta per raggiungere la Valtellina. Uno meraviglioso sole ha accompagnato anche questo secondo itinerario attraverso paesaggi incantevoli. A Tirana abbiamo incrociato anche il famoso Trenino rosso del Bernina. Alla fine ecco Grosotto e il Santuario della Beata Vergine delle Grazie, dove il concerto ha avuto luogo. Difficoltoso riuscire a stare in un spazio così ristretto per i due cori, raccolti ai piedi dell’altare, sotto la quattrocentesca scultura lignea della Madonna delle Grazie, e dietro un’ elegante, ma ingombrante cancellata. Il direttore, consapevole della difficoltà che i coristi stavano attraversando, ha ricordato a tutti l’importanza della serata per cui la grande musica, come lo è l’esecuzione del Requiem di Verdi, spesso sia possibile ascoltarla solo nei grandi teatri e per coloro che vivono lontano, ad esempio per i valtellinesi, sia quasi impossibile. “Per andare alla Scala, da qui occorrono sei ore e altrettante per il ritorno..”. Così, dato che la montagna non può andare alla grande musica, la grande musica si è spostata in montagna, offrendo la possibilità, a chi abita in località lontane, di godere della bellezza di quest’arte. Una serata coinvolgente. In fondo alla chiesa hanno dovuto aprire le porte per consentire al pubblico numerosissimo di assistere all’esecuzione. Un applauso interminabile ha ripagato tutti gli esecutori. Ad un certo punto il direttore ha lasciato il podio per ringraziare personalmente i coristi per l’impegno, la fatica e soprattutto il grande successo musicale raggiunto.
Da queste righe anche noi coristi ringraziamo tutti: il coro “Amici del Loggione” del Teatro alla Scala di Milano che ha condiviso con noi il palco, l’orchestra Antonio Vivaldi che ci ha accompagnato, il maestro direttore Lorenzo Passerini per la sua sensibilità e il suo entusiasmo, i solisti che hanno incantato il pubblico: Daria Masiero, Giorgia Gazzola, Danilo Formaggia, Carlo Agostini, e il nostro maestro Mauro Trombetta che ci sprona, ci insegna e ci guida in esperienza memorabili, come quella appena terminata.
Mariagabriella Di Giovanni