Novara - “Il 15 Marzo la nostra Confederazione nazionale, la CONFAPI, ha partecipato ad un incontro a Palazzo Chigi con cui il Governo ha illustrato alle Associazione di Categoria lo schema di delega fiscale - commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli - E tutti noi non possiamo che accogliere con favore una riforma sostanziale dell’intero sistema fiscale che va attuata in tempi brevi per consentire alle industrie di rapportarsi con il fisco in maniera proattiva”, prosegue Di Giorgio. “Da tempo sosteniamo la necessità di una riforma organica e strutturale del sistema fiscale che sia improntata a sburocratizzare e alleggerire gli adempimenti fiscali sia a carico delle persone fisiche sia degli imprenditori. Una riforma che dovrà puntare a migliorare l’equità e l’efficienza dell’intero sistema tributario, riducendo le aliquote effettive sui redditi e aumentando al contempo la propensione delle imprese a investire, a capitalizzarsi e a creare reddito e occupazione”, prosegue Paola Pansini, Direttore Generale API Novara VCO e Vercelli.
“Il superamento dell’Irap è un primo passo, ma deve essere abrogata definitivamente anche per le industrie. Altro tema fondamentale è la perdita di salario reale che non può ricadere sulle imprese, già messe a dura prova da aumento dei tassi e dei costi di produzione. Per questo motivo abbiamo sempre sostenuto la completa detassazione dei premi di produzione e degli straordinari. Oltre alla necessità di dover lavorare al taglio del cuneo fiscale, bisogna rendere strutturale anche la detassazione e la decontribuzione degli aumenti retributivi definiti a livello di contrattazione nazionale”, prosegue Di Giorgio.
“Riteniamo sia necessario includere una completa detassazione degli utili se portati a Capitale Sociale, prevedendo un limite temporale che impedisca una diversa destinazione dell’utile conseguito: sarebbe un modo semplice per risolvere il problema endemico della sottocapitalizzazione delle piccole e medie industrie e potrebbe rappresentare un volano per nuovi investimenti che si traducono in maggiore produttività e nuovi posti di lavoro”, aggiunge Pansini.
“Condividiamo quanto dichiarato dalla Confapi in sede di incontro: “l’onere burocratico che oggi le imprese e i contribuenti sono chiamati ad affrontare rappresenta una vera e propria imposta occulta che costituisce un freno reale alla crescita economica. Basti pensare che un nostro imprenditore impiega in media 238 ore annue per pagare le imposte, il 46% in più della media Ocse. Tra dichiarativi e adempimenti/pagamenti fiscali una piccola e media industria ogni anno deve effettuare ben 89 operazioni. Costi, tempo e risorse sottratte all’attività d’impresa. Inoltre, effettua in un anno 15 diverse imposte al fisco, 6 in più di un suo collega tedesco, 7 in più di un inglese, di uno spagnolo o di un francese e 9 in più di uno svedese”, concludono Di Giorgio e Pansini.