Novara - "Pensavamo che i tempi fossero maturi per una memoria condivisa e comune attraverso la quale tutte le parti politiche locali potessero ricordare una pagina dolorosa della storia italiana" - inizia così la nota diramata poco fa da Ivan De Grandis, presidente dei Giovani del "Nuovo CentroDestra" novarese. "Per questo - spiega De Grandis - avevamo chiesto al Gruppo Consiliare del NCd di portare in seno al Consiglio Comunale la discussione inerente ai Martiri delle Foibe. Ancora una volta però la peggiore sinistra possibile non ci ha sorpreso - commenta De Grandis - se dapprima hanno cercato di ritardare la discussione - che sarebbe così slittata a dopo la ricorrenza - poco dopo hanno fatto emergere il vero motivo: la definizione "stragi titino-comuniste", infatti, non è nelle corde di questa maggioranza, o per lo meno della parte più estremista - e prosegue - il 16 marzo 2004 il Parlamento italiano approvava, a larghissima maggioranza, la legge che istituì il Giorno del Ricordo: a favore votarono tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione di circa una ventina fra deputati e senatori, tutti appartenenti alla sinistra comunista. A questo punto ci sorge un dubbio: forse una porzione di chi siede nell'assise comunale è, ancora oggi, legata mani e piedi all'ideologia più sanguinosa e fallimentare della storia, ossia proprio quella comunista?"
"Noi giovani del NCD ringraziamo i nostri rappresentanti che si sono battuti per questa battaglia, in particolare il Capogruppo Daniele Andretta e i Consiglieri Isabella Arnoldi e Pietro Gagliardi. La mozione chiedeva un gesto simbolico, anche solo un mazzo di fiori all'entrata del Comune, ma ora - chiosa il leader dei giovani NCD - chiediamo forte, e lo chiediamo a gran voce, che si rimedi a questa ennesima offesa alla memoria dei 350 mila italiani profughi dalle terre d'Istria di Fiume e Dalmazia e 20 mila italiani morti nelle Foibe."
"Ci aspettiamo - incalza Ivan De Grandis - che il Sindaco Andrea Ballarè e la Giunta tutta, condannino apertamente quella che non è altro che l'orrenda "strage per mano partigiana titino-comunista" di tutti gli italiani che furono massacrati nelle Foibe".
"Serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai più"- lo disse il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo. Il Capo dello Stato sottolineò anche la necessità di "coltivare la memoria e ristabilire la verità storica". Perché l'istituzione del Giorno del Ricordo ha contribuito a mettere fine a "ogni residua congiura del silenzio" disse Napolitano, che tra l'altro fu dirigente del Partito Comunista Italiano.
"Il Sindaco renziano e la sua amministrazione, quindi, hanno posizioni politiche e ideologiche appiattite su quelle indicate da un'estrema sinistra - addirittura più estrema di ex dirigenti del vecchio PCI - e ben poco democratiche, oppure ne prendono le distanze?", conclude De Grandis.