Novara - Giovani senza lavoro, senza ambizioni, senza valori, senza futuro. Sono davvero così le nuove generazioni? Dopo l'incontro con Stefano Laffi, autore de La congiura contro i giovani, la Scuola di Politica è tornata a parlare di giovani, con la presentazione del Rapporto Giovani 2014 dell’Istituto Toniolo (ed. Il Mulino), in una serata molto partecipata dalla cittadinanza e dalle istituzioni, rappresentate dagli Assessori alle Politiche sociali di Comune e Regione, Elia Impaloni e Augusto Ferrari. Il volume costituisce il secondo appuntamento di un osservatorio continuo sulla condizione giovanile che, a partire da una solida base empirica longitudinale, si propone come uno dei principali punti di riferimento in Italia su analisi, riflessioni e politiche in grado di fornire maggiori conoscenze e capacità di intervento sulla complessa e articolata realtà delle nuove generazioni. Il libro tocca i temi cruciali del lavoro e della formazione, della famiglia e del rapporto con i genitori, dei valori e della fiducia nelle istituzioni, della partecipazione e dell’impegno sociale. Le analisi proposte confermano come siano parziali e semplicistiche le interpretazioni che cercano di spiegare solo attraverso i fattori economici o, in contrapposizione, solo tramite motivazioni di natura culturale, le difficoltà dei giovani nel realizzare i propri obiettivi di vita e nel diventare attori della produzione di un nuovo benessere economico e sociale.
A illustrare la ricerca e ad animare la serata sono stati la professoressa Elena Marta (ordinario di Psicologia Sociale e di Comunità all’Università Cattolica di Milano) e ragazzi provenienti da alcune realtà associative e di volontariato di Novara: Gill Gastaldelli (Giovani Democratici), Maria Casciano (Pastorale giovanile), Mattia Anzaldi, Giuseppe Passalacqua e Simone Negro (SerMais e BIT Novara). I risultati sono stati discussi e approfonditi attraverso un confronto aperto e interattivo. Un confronto che ha toccato i temi della formazione professionale, della qualità del lavoro e dei cosiddetti Neet, i giovani che non studiano, formano o lavorano. Il Rapporto Giovani conferma quanto sia importante assumere lo stesso sguardo dei ragazzi per capire le sfide che li aspettano e per dotarli di strumenti adeguati a vincerle, nella convinzione che nessun altro può farlo al loro posto, ma anche che nessun giovane può riuscirci se abbandonato a se stesso. A questo sono chiamati gli adulti, spesso colpevoli di carenze educative in famiglia e a scuola, colmate dalla società dei consumi con il “culto della merce”. Proprio nei confronti di questo sistema, deteriorato dalla crisi economica e inadeguato nell'offrire visioni di futuro condivise, i giovani sono protagonisti oggi di una spinta emancipatrice epocale. «È quindi indispensabile – ha spiegato la professoressa Marta – ripristinare congegni sociali capaci di stimolare la partecipazione e il dialogo intergenerazionale» e per questo «occorre l'apporto di tutte le reti sociali: parrocchie, associazioni di volontariato, comitati, partiti politici».
Bisogna costruire un progetto educativo e politico condiviso attraverso un dialogo alla pari, in cui l’autorevolezza non si acquisisce con l’età ma con l’esperienza. «Da tempo SerMais e il circolo di BIT Novara – ha concluso Domenico Rossi – provano a costruire progetti che siano in grado di migliorare la realtà in cui viviamo, tenendo insieme giovani e adulti in un reciproco rapporto di crescita».