Trecate - «La “Notte Rosa” di Trecate? Un evento talmente impegnativo che, per gestirlo, servono due amministratrici: una per parlarne in radio, l’altra per (forse) coordinarlo. Il tutto, per una serata di negozi aperti e musica». I consiglieri comunali di minoranza Giorgio Capoccia e Paolo Manzini affidano a un’interrogazione consiliare un commento ironico – ma non troppo – sull’ultima “perla” amministrativa. Il riferimento è all’intervista rilasciata ieri dalla consigliera Michela Cigolini, commerciante e delegata al Commercio, che ha illustrato l’evento a una radio locale. Peccato che l’iniziativa rientri, almeno sulla carta, nelle deleghe dell’assessora Tiziana Napoli, nominata di recente con competenze su Eventi, Marketing territoriale e Associazionismo.
«Per organizzare una serata che altrove sarebbe gestita da un solo assessore come attività accessoria, qui serve una squadra speciale – commentano Capoccia e Manzini –; a Trecate un’amministrazione in perenne crisi di identità ha bisogno di moltiplicare i ruoli e i portavoce anche per un evento di qualche ora. È la logica della delega spezzatino: uno fa, uno dice, nessuno chiarisce».
L’interrogazione evidenzia come in altri Comuni la gestione degli eventi sia affidata a un solo amministratore, possibilmente competente e coerente con le deleghe assegnate. A Trecate, invece, si sperimenta un nuovo modello: «la co-delega a chiamata, stile multiproprietà turistica: oggi parlo io, domani magari tu – ironizzano Capoccia e Manzini –. La prossima volta, prevediamo almeno tre figure per i mercatini di Natale, magari con un addetto al coordinamento delle lucine».
Il consigliere chiede inoltre se l’assessora Napoli fosse davvero coinvolta nell’organizzazione dell’evento o se abbia scoperto i dettagli in radio, insieme al resto della cittadinanza. «Nel caso, è bene che lo sappiamo tutti. Così aggiorniamo i manuali di diritto amministrativo: “Come esercitare una delega senza sapere di esercitarla”».
«In una città che assiste da anni alla desertificazione del commercio, ci si aspetterebbe meno passerelle radiofoniche e più programmazione seria. Ma evidentemente, tra rimpasti, bilancini di potere e improvvisazioni, siamo ormai alla politica dell’annuncio. Basta che qualcuno parli, anche se non tocca a lui. Anche se non sa di cosa sta parlando».
Capoccia e Manzini concludono: «Questa interrogazione serve a fare luce, ma anche a porre un limite. Non si può confondere l’amministrazione con un palco aperto dove ognuno prende il microfono. La città merita chiarezza, non cabaret».
La richiesta di chiarimenti è stata protocollata e sarà discussa nel prossimo Consiglio comunale.